No Tap: al via in Puglia l’eradicazione di 200 ulivi per il gasdotto. Proteste popolari

In un comunicato dei giorni scorsi i No Tap hanno sottolineato l’inutilità dell’espianto degli ulivi dal momento che i lavori non potranno comunque partire fino a che non verrà approvata la variante progettuale che ha portato alla riapertura dalla Via

Sono iniziate all’alba di lunedì 20 marzo, in Salento, le eradicazioni degli oltre 200 ulivi che si trovano a San Basilio di San Foca, marina di Melendugno (Lecce), lungo il tracciato dove dovrebbe sorgere il microtunnel del gasdotto Tap.

La Trans Adriatic Pipeline è il terzo segmento del Southern Gas Corridor: un progetto che prevede la costruzione di 4000 km di tubi che dall’Azerbaigian porteranno il gas in Europa, attraversando sei paesi tramite tre gasdotti; uno di questi è il Tap che dopo aver attraversato la Grecia l’Albania e l’Adriatico arriverà in Puglia a 800 metri della spiaggia di san Foca, zona di pregio naturalistico, per poi proseguire a nord dove andrà a collegarsi con la rete nazionale gestita da Snam.

Questa mattina i vigili urbani di Melendugno hanno notificato ai responsabili del cantiere una diffida dal proseguire i lavori motivata dall’assenza delle previste autorizzazioni, ma ruspe e camion hanno operato lo stesso, forti dell’autorizzazione ministeriale e una del Servizio provinciale agricoltura, della Regione Puglia (anche se il presidente della regione Emiliano interpellato dal comitato no Tap su Facebook ha risposto che “l’espianto è illegale”).

Sul posto dall’alba decine di attivisti e ambientalisti che hanno bloccato a più riprese le eradicazioni: chi sedendosi per terra davanti ai camion, chi in automobile, a passo d’uomo per rallentare e bloccare l’avanzata dei mezzi; alcuni attivisti sono stati spostati di peso dal massiccio dispositivo Digos e Polizia.

Grazie alla pressione popolare sono stati eradicati solo 34 degli oltre 200 ulivi presenti.  Dopo il presidio gli attivisti  si sono spostati in Procura per sollecitare il sequestro dell’area e chiedere lo stop alle eradicazioni.

In un comunicato  dei giorni scorsi i No Tap hanno sottolineato l’inutilità dell’espianto degli ulivi dal momento che i lavori non potranno comunque partire fino a che non verrà approvata la variante progettuale che ha portato alla riapertura dalla Via e riguarda proprio la realizzazione del microtunnel. Il progetto, come detto, vede l’opposizione anche dei comuni della zona, è inoltre rischioso: la conformazione geologica non riuscirebbe a sostenere l’enorme struttura in cemento del pozzo di spinta; secondo quanto sostenuto dall’ingegner Alessandro Manuelli, referente tecnico del Comune di Melendugno e del Comitato No Tap, la struttura potrebbe portare al cedimento del fondo calcareo e argilloso e sprofondare o, viceversa, a causa della presenza d’acqua, potrebbe addirittura risalire e spostarsi. Se una di questa eventualità avvenisse mentre il gasdotto è in esercizio – sostiene l’ingegnere – il gas potrebbe finire in alcune cavità carsiche sotterranee“. Di qui la tesi dell’irrealizzabilità del progetto.

Dal Salento con noi Luigi Russo, Movimento Popolo degli Ulivi . Ascolta o scarica.  [Download

da Radio Onda D’Urto

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