
di Davide Amerio.
Ieri (14 sett 21) Gianlugi Paragone, leader di Italexit, ha tenuto un breve comizio davanti al tribunale di Torino, seguito da qualche centinaio di persone: simpatizzanti, attivisti, maestre, avvocati, medici, curiosi. Obiettivo della manifestazione, che segue molte altre avvenute in precedenza, è ribadire l’inutilità del Green Pass, denunciando l’ipocrisia politica che lo sostiene, da parte di una compagine di forze di governo che copre pressoché l’arco parlamentare (una volta si chiamavano ammucchiate); nonché il sostegno a Ivano Verra, il candidato sindaco di Italexit.
La presenza di Emilio, venuto a curiosare, di Trivero, responsabile della campagna elettorale per Verra, e del sottoscritto, tutti quanti noti No Tav (e per i primi due la “lotta” ha comportato non pochi costi personali diretti), è stata l’occasione per una foto, per suggellare, provocatoriamente, il sostegno di Paragone (e di Italexit) alla lotta No Tav.
Questo ha “scandalizzato” alcune anime del movimento, che hanno sottoposto alcune critiche, alle quali rispondo pubblicamente.
- Tgvallesusa è e resta contrario all’opera Tav così intesa, sia che riguardi la Val Susa, sia che riguardi altre zone del paese. La nostra storia è scritta negli articoli prodotti in questi anni e, per quanto riguarda il sottoscritto, in una collezione pubblicata ad aprile di quest’anno (“Saggista per caso” per i tipi di Amazon – auto pubblicazione). Il blog è, ad oggi, interamente finanziato e sostenuto dal sottoscritto che lo gestisce, così come la pagina FB collegata, e che quindi avrà pure la libertà di esprimere (liberamente) la propria opinione. Tgvallesusa non ha mai negato lo spazio a nessuno, e si è sempre dichiarato aperto a contributi e riflessioni di chiunque. In merito, però, non è che ci siano state folle di scrittori che abbiano aderito alla proposta, preferendo piuttosto altre soluzioni. Libera scelta, ovviamente, così come chiunque è libero di leggere o ignorare questo blog.
- C’è chi ritiene la lotta NO Tav sia, o debba essere, un unicum caratterizzato da una unica modalità di “lotta” per conseguire l’obiettivo. Scelta legittima, ma non condivisibile, per quello che mi riguarda. Il sistema democratico, per quanto vacillante, carente, e manipolato, si contraddistingue comunque per una “lotta” tra soggetti politici, e per il confronto elettorale, secondo le modalità previste dalle Leggi. Piaccia o meno, i numeri contano, e le elezioni pure. Qualcuno sostiene che non servono a nulla: dissento fortemente a riguardo, perché se così fosse, non ci sarebbe tanto sforzo per mentire (da parte di certi attori politici), e per convincere le persone che quelle menzogne non sono tali (bensì rappresentano il “bene” del paese). Il “potere”, con qualunque forma sia espresso, ha necessità di ottenere un consenso “volontario”, per giustificare la propria legittimità.
- Dal disastro politico del M5S, prodotto da quella condizione di analfabetismo politico dei suoi “dirigenti” (di cui ho ampiamente scritto nel libro citato), sono nate alcune “costole” politiche; altri si sono rifugiati nell’apatia; mentre altri ancora (come il sottoscritto e Franco Trivero) hanno sposato una causa politica ben precisa. Persone politicamente curiose, prive di pregiudizi, come Emilio, guardano e osservano il divenire delle proposte, e questo a me pare un atteggiamento estremamente utile e intelligente. Questo perché nessuno ha, al momento, soluzioni magiche in tasca, definitive, assolute. Non di meno, per avere un’efficacia politica, molte di queste giovani “fazioni” si dovranno presto confrontare, per studiare possibili punti di incontro, di utile compromesso, al fine di costruire nuove forze politiche che, con la loro storia, identità cultura, visione del mondo, possano costituire la nuova “utopia” necessaria al cambiamento. La vera “illusione” è credere i pregiudizi storici del XX secolo, le ripartizioni ideologiche destra/sinistra, possano essere ancora validi strumenti per leggere e interpretare tutta la realtà. Questo non significa non esistano differenze e confini: ma gli steccati sono utili al potere per dividere e imperare, non a governare saggiamente i popoli.
- La mia personale adesione a Italexit è oggi il parto ragionato degli studi degli ultimi anni (motivo per il quale il blog è stato aggiornato molto poco). Attraverso l’analisi delle Scienze Politiche (con taglio internazionale), ho potuto maturare alcune consapevolezze che mi hanno indirizzato verso questa scelta. Viviamo un’epoca nella quale il Capitalismo iper-finanziario domina le nostre vite con una struttura sociale – e politica – feudale, mascherata da un “mercato” trasformato in un globale paese dei balocchi, nel quale siamo trattati come bambini e come cavie (e ci sarà modo di parlarne). Dopo di che, nessuna cambiale in bianco, per quello che mi riguarda, con nessuno. Se qualcuno ne vuole discutere, sono a disposizione. Questo vale per molti altri amici che, abbandonate le infelici sponde del M5S, sono confluiti in questo progetto. Il nome non è un caso, né una provocazione: se non si comprende come il modello economico confezionato con la UE altro non è che una trappola mortale neoliberista, qualsiasi rivendicazione di diritti, di miglioramento della vita delle persone, suonerà come una voce nel deserto. La magnificenza della nostra Carta Costituzionale viene costantemente offesa e attaccata da questo modello.
- Sono (siamo) consapevole(i) delle ingiustizie e delle sofferenze impartite al popolo NO Tav in tutti questi anni. Proprio per questo il mio, e altrui, impegno, è la costante attenzione alle forme di ingiustizia subite, ai torti, alle violenze (verbali e fisiche). L’occasione persa dai 5S, la sua gravità, è stata mancare l’obiettivo di cogliere l’opportunità per rimettere al centro del dibattito politico il modo in cui vengono gestite, progettate, immaginate, le opere pubbliche (le grandi opere) proprio a partire dal modello Tav. Perché se è importante come si trovano i soldi per fare le cose (e qui ci sarà un ampio capitolo da aprire), è altrettanto importante che i soldi siano spesi bene, in modo utile. Un concetto desueto in questo paese. Ma “noi” la lezione impartita dalla storia No Tav, l’abbiamo imparata e non la dimentichiamo. Legittimo ciascuno abbia le proprie preferenze politiche, disponibile al confronto su tutto, meno a perdere tempo dietro a pregiudizi o riserve preconcette. Non devo fare proselitismo né convertire nessuno (tanto meno difendere Paragone che non ha bisogno di me); ciascuno deve essere libero di maturare le proprie scelte, ma, come è sempre stato in questi anni, non nego o nascondo le mie, in modo che chi legge – bontà sua – abbia in chiaro il mio libero pensiero, che rimane, e rimarrà, sempre tale.
(D.A. 15.09.21)