
Diamo spazio, con questo e altri post, ad analisi ragionate di esperti giuridici ed economici che hanno parecchie cosette da dire di fronte ai facili entusiasmi dei fans di Macron. Costoro coltivano le illusioni di una Europa “diversa”, ammettendo quindi che qualcosa non va in questa, ma continuano a ignorare i fondamentali economici e giuridici che fanno dell’Euro un cappio al collo per le economie del sud Europa. L’avv. Giuseppe Palma illustra le conseguenze dell’elezione di Macron. Buona Lettura.
A partire da domenica sera gli euro-fanatici hanno iniziato ad esultare e a sbandierare il vessillo neo-nazista.
A parte le considerazioni già svolte in questo mio articolo di domenica mattina occorre certamente svolgere alcune ulteriori osservazioni:
- Il programma elettorale di Macron prevede – per i prossimi cinque anni – una riduzione del rapporto deficit/PIL della Francia fin sotto il 2% e verso il pareggio di bilancio. Considerato che i francesi sono rimasti per anni intorno al 5%, non hanno ancora conosciuto la cura lacrime e sangue imposta ad Italia e Grecia;
- Le intenzioni del banchiere neo eletto presidente della Repubblica francese sono quelle di favorire maggiori cessioni di sovranità nazionale in favore della sovrastruttura europea, e ciò determinerà una forte opposizione sia in Francia che nel resto d’Europa, infatti, se si leggono i dati elettorali del primo turno francese, i candidati Le Pen, Nicolas Dupont-Aignan, Mélenchon, Nathalie Arthaud, Philippe Poutou – tutti euroscettici – hanno ottenuto circa il 50% delle preferenze. E il mese prossimo in Francia vi saranno le elezioni legislative, dove sicuramente il centro-destra e il Front National otterranno complessivamente più seggi dei socialisti e del nuovo movimento di Macron. Ad ogni buon conto, le politiche neo-liberiste del banchiere-presidente creeranno un tale malcontento in Francia che ne vedremo delle belle;
- L’Italia, come sempre, è presto salita sul carro del vincitore (che è quello di un banchiere dei Rothschild), auspicando una riforma dell’Europa. Tuttavia, qualora a settembre a vincere in Germania sarà ancora una volta Angela Merkel (non v’è possibilità alcuna per l’insipido e pericoloso Martin Schulz di contendere la Cancelleria del Quarto Reich alla signora), si creerà un nuovo asse franco-tedesco di austerità e rigore! E indovinate a chi chiederanno ancora lacrime e sangue?
- L’Italia, a partire dal 2019, si è impegnata a fare pareggio di bilancio (addirittura per Costituzione)! Considerato che sono più di vent’anni che già facciamo avanzo primario, e che il deficit annuale è determinato esclusivamente dall’ammontare degli interessi passivi sul debito, immaginate cosa accadrà ora che dovremo fare addirittura pareggio di bilancio. Il tutto contornato, a partire dal 2018, dall’aumento dell’IVA e dall’inasprimento dei sistemi di accertamento fiscale ai danni dei pesci piccoli;
- In questa situazione di stupida esultanza da parte degli euro-fanatici, la Francia ha comunque una disoccupazione al 10% (nonostante per anni il suo rapporto deficit/PIL sia stato ben sopra il 3%), l’Italia quasi al 12%, Grecia, Spagna e Portogallo da bollettino di guerra;
- Nel frattempo in Grecia è ormai occupazione straniera con sospensione della democrazia e dei diritti fondamentali;
- In Gran Bretagna, l’8 giugno, si terranno le elezioni politiche. Il partito conservatore della signora May (cioè brexit a gonfie vele) potrebbe ottenere la maggioranza assoluta dei seggi, determinando – attraverso un voto popolare che la legittimi pienamente – la strada di uscita dall’UE senza imposizioni e ricatti da parte di Bruxelles;
- Gli italiani, ormai certamente più maturi dei francesi, alle prossime elezioni politiche (fine 2017 o inizi 2018) potrebbero non consegnare la maggioranza parlamentare al PD e ai vari cespuglietti filo-europeisti, determinando un cambio di strategia del nuovo asse franco-tedesco, che si vedrebbe certamente privo del supporto servile di Renzi, Bersani e compagnia bella;
- Ma andiamo al pezzo forte: la fine del Quantitative Easing della BCE (se Angela Merkel vincesse le elezioni politiche in Germania potete stare certi che il QE non godrà di alcuna proroga) porterà alla fine di quello scudo che ha sinora mantenuto in piedi l’intera Eurozona (altro che l’elezione di Macron!). Ciò determinerà, in assenza di quelle riforme criminali da macelleria sociale necessarie al mantenimento del cambio fisso, il ripristino delle situazioni di drammaticità che si sono verificate dal 2011 in avanti, portandoci di nuovo verso l’ipotesi di un’uscita dall’euro;
- Come annunciato ieri dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, “L’Italia dovrà preparasi ad affrontare la nuova situazione che si profila, non potendo più contare sul puntello esterno della leva monetaria”. Sapete cosa vuol dire? Finito il Quantitative Easing, mancando quelle riforme criminali necessarie al mantenimento dell’euro, si profileranno tutte le problematiche cui ha fatto sinora scudo la BCE con il QE!
- Macron attuerà in Francia delle politiche del lavoro che, oltre alla già vigente Loi travail (che porta la sua firma quand’era ministro dell’economia di Hollande), consisteranno nell’ulteriore contrazione dei salari e dei diritti fondamentali. Quindi Italia, Germania, Spagna e Grecia, per mantenere le proprie posizioni di competitività, non potendo più far leva sul cambio dovranno attuare a loro volta misure ancor più incisive di quelle che hanno già adottato (vedesi jobs act in Italia e mini-jobs in Germania) che smantellino maggiormente diritti, garanzie e retribuzioni dei lavoratori.
Ma gli euro-fanatici esultano e sbandierano ugualmente il vessillo neo-nazista. Tra cinque anni, o poco più, dell’Eurozona resterà solo la zona.
Sono tuttavia felice sia per l’elezione di Macron che della quasi certa rielezione di Angela Merkel. Sono i migliori alleati della libertà! Dopo la Brexit qualcuno a Bruxelles si stava riorganizzando. Dopo Macron esultano come dei cretini e parlano di “più Europa”. Bene. Avanti così! Banchieri ed euro-fanatici sono i nostri migliori alleati! Peccato che, prima che il crimine abbia fine, ci rimetteremo le penne anche noi.
Io, speriamo che me la cavo!