
di Redazione.
Forte indignazione da parte dei consiglieri del M5S Marocco e De Vita alla notizia che vede la Città Metropolitana fare cassa con un pezzo di storia. Oggetto della controversia è la scuola di Corio, in provincia di Torino, dedicata ai 27 partigiani trucidati nella borgata di Cudine dalla furia nazifascista il 17 novembre 1944 durante la lotta di liberazione.
Sottolineano i due consiglieri:
L’edificio vide la luce grazie al volontariato ed allo sforzo silenzioso dei cittadini e di associazioni di volontari, fino al 1978 era una scuola elementare e poi la carenza di studenti ne comportò la donazione alla Provincia di Torino, oggi Città Metropolitana.
Ma lo scorso mese si scopre che la struttura è stata messa all’asta con un prezzo base di 138 mila euro. Oltre ai tagli ai servizi pubblici da parte di una classe politica che non rinuncia a uno solo dei suoi vergognosi privilegi, ora si intaccano, e si svendono, pezzi della memoria storica del paese.
Concludono i consiglieri:
La politica italiana, nazionale e locale, è divenuta avvezza a nutrirsi di tutte le risorse disponibili sul territorio e per il territorio […] Non basta “spezzare le reni” alla sanità, alla scuola ed al trasporto pubblico locale, adesso anche il ricordo, il vissuto di un popolo la cui storia sociale e di crescita democratica è intimamente connessa ai valori della Resistenza viene sbattuto sul banco del mercato al miglior offerente! […]
Ci rifiutiamo di commentare questa scelta da parte della maggioranza PD in Città Metropolitana per mero pudore e per non offendere la consapevolezza storica e sociale di chi sappia ancora cosa stiano a significare i termini liberazione e resistenza ma soprattutto di quei pochi rimasti che non possono dimenticare l’odore del sangue che ha intriso le loro vite.
Si rinunci da subito a questa vendita e per il futuro, il Partito Democratico trovi altrove le risorse necessarie a finanziare l’Ente e le sue funzioni ad esempio allentando i vincoli del patto di stabilità che ha messo in ginocchio Comuni, Province e Regioni costretti a “svendere” il proprio patrimonio per poter riparare strade e scuole.