
Il nuovo spettacolo della Compagnia Il Teatro in scena a Bussoleno con quattro rappresentazioni
In scena domani sera 11/11 ore 21.00
Domenica 13/11 ore 16.00
Venerdì 18/11 ore 21.00
Domenica 20/11 ore 16.00
Pala Conti – teatro polivalente – Via Walter Fontan 103 – Bussoleno
Regia: MarcoScoffone
Coreografie: Eleonora Lombardo
Scenografie: Anita Tournor Viron
Trucchi: Noemi Cavaletto
suono e luci: Federico Carcano
Foto di scena Ugo Bellardone
Con Federica Martoglio Noemi Cavaletto Tamara Cesaroni Massimo Chianello Michela O’Lyla Luca Casale Maurizio Pisu Luca MezzaChitarra
SINOSSI
Per porre fine ad un interminabile guerra, l’ateniese Lisistrata (colei che dissolve gli eserciti), convoca alcune concittadine e le rappresentanti delle città coinvolte direttamente nel conflitto: una Spartana, una Beota, una Corinzia. Espone loro il piano: le donne si vieteranno ai propri uomini fino a quando giureranno di far pace. Nel frattempo giunge la notizia che le donne mandate da Lisistrata a prendere il tesoro, che era stato l’oggetto della guerra, lo hanno messo al sicuro nel tempio di Atena. Due cori si affrontano: quello dei vecchi Ateniesi e quello delle donne in aiuto delle compagne.
Degli uomini cercano invano di far ragionare le donne che resistono, anche se ad alcune di esse comincia a risultare difficile rinunciare al proprio uomo. Lisistrata cerca di convincerle a rimanere unite nella loro lotta, assicurando loro che la vittoria è vicina. Agli Spartani, che vengono a parlare con lei,
assicura che le donne torneranno da loro non appena sarà stipulata la tregua. Gli uomini alla fine cedono e, Ateniesi e Spartani, non più nemici riconducono a casa le loro spose.
NOTE DI REGIA
Lisistrata è una donna ateniese che, con l’astuto espediente dello sciopero del sesso, ricatta i guerrieri spartani ed ateniesi a trattare la pace per far cessare la guerra del Peloponneso. Proprio la sua fermezza ed arguzia agevolano il gioco comico, ma anche polemico e riflessivo, all’interno della commedia. Ma Lisistrata non è solo una donna che convince le altre ad attuare lo sciopero del sesso, è motore e portavoce di un dolore universale: “sciagurate siamo noi donne a portare il peso della guerra, partoriamo i nostri figli e li mandiamo a fare i soldati!”. Aristofane è questo: un’idea fantastica e paradossale per rinnovare la polis oppure per sfuggirne alla ricerca di un luogo migliore: si verifica così il passaggio dalla realtà quotidiana, che sta all’origine dell’azione drammatica, al mondo surreale e utopico in cui i personaggi si immergono. La nostra “Lisistrata” si svolge in quegli anni, tra il 1920 e il 1930, in cui il mondo usciva dalla Prima Guerra Mondiale e ancora non sapeva che, di lì a poco, sarebbe arrivata un’epoca di dittature e crisi economica globale che avrebbe avuto il suo culmine in un’altra guerra. La vita spensierata, le serate danzanti e i night, il cabaret e il burlesque, diventavano ora un fenomeno sociale: un’“isola felice” che doveva risvegliarsi bruscamente sotto il rombo del cannone.