Nei giorni scorsi Presidio Europa No Tav ha inviato una lettera aperta al primo ministro italiano (e della cui ricezione abbiamo avuto riscontro) perché qualunque sia l’ulteriore accordo che verrà sottoscritto oggi coi francesi non possa dire che non sapeva quanto svantaggioso sia per l’Italia l’affare del “tunnel TAV” di valico (quel poco ma sempre troppo che resta del TAV Torino Lione). Pubblichiamo di seguito il testo anche a beneficio di chi deve svolgere funzioni ci controllo sul migliore impiego delle risorse pubbliche.
Egregio dr. Paolo Gentiloni, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana Mercoledì 27 settembre p.v. Lei incontrerà a Lione il Presidente della Francia Emmanuel Macron. E probabile che l’agenda dei lavori preveda di affrontare la questione del tunnel ferroviario sulla direttrice Torino-Lione (o meglio, Milano-Parigi).
La Francia ha lanciato il 19 luglio 2017 una Pausa sulle Grandi Opere in attesa che le Assise della Mobilità formulino i pareri per la redazione della Legge sulla Mobilità che il Parlamento francese dovrà approvare nel primo semestre 2018. E’ noto che il progetto Torino-Lione, per la quale solo i lavori geognostici sono in corso, fa parte delle opere “in pausa”. Con l’occasione desideriamo ricordarle che quest’opera è in realtà un progetto francese più che franco-italiano (finanziato dalla Unione Europea al 40%), perché il tunnel insiste per 45 km in Francia e solo per 12 km in Italia (21%). Ma il costo totale del progetto in capo agli SM Francia e Italia (€ 5,16 miliardi) è posto in gran parte a carico del Bilancio italiano come stabilito dall’art. 18 dell’Accordo di Roma del 30 gennaio 2012 che ha previsto l’iniqua ripartizione dei costi del progetto del tunnel transfrontaliero di 57 km: 58% all’Italia e 42% alla Francia.
E, data questa prevalente collocazione del tunnel nel territorio francese come sopra indicato (45 km contro i 12 italiani), ogni chilometro italiano del tunnel costerebbe €245 milioni, mentre ogni chilometro francese solo €48 milioni. Di questo fatto, noto e denunciato dal Movimento NO TAV, il Governo italiano e il Parlamento italiano, che ha ratificato gli Accordi con la Francia (2001, 2012, 2015), non si sono mai preoccupati e hanno accettato di pagare la maggior parte della fattura, soggiacendo all’imposizione francese, seppure altri dichiarano che è l’Italia che ha sollecitato l’iniqua ripartizione. Ricordiamo che la costruzione delle linee ferroviarie di accesso al tunnel non fanno parte del progetto ed è stata rinviata a dopo il 2040 dalla Francia e dall’Italia perché ritenute sufficienti quelle esistenti.
E quindi un tunnel di quel genere non servirà a nulla perché a valle in Italia e in Francia le linee esistenti non potrebbero accettare il transito di merci (peraltro inesistenti) dello stesso volume che potrebbe transitare nel tunne di base. Ovviamente il Governo francese, pur lamentando pubblicamente da anni l’insostenibilità del progetto per il suo bilancio statale, ha accettato al volo questo vantaggio: a caval donato non si guarda in bocca. Questo fatto è da stigmatizzare con forza perché la Francia, che ha lanciato la Pausa sulla Torino-Lione, afferma in questi giorni di non avere fondi sufficienti per realizzare il tunnel di base di 57 km finanziato in gran parte dall’Italia.
Sosteniamo la Pausa francese e ci opponiamo da 28 anni con soldi argomenti alla Torino-Lione. Per questo motivo vorremmo dare una mano al Presidente Emmanuel Macron e alla sua Ministra Elisabeth Borne: riequilibrando la ripartizione dei costi, in stile condominiale, la fattura in capo alla Francia per questo inutile progetto dovrebbe essere di €4,06 miliardi e non di €2,17 miliardi: un costo supplementare di 1,89 miliardi riequilibrerà i rapporti economici tra Francia e Italia e allo stesso tempo dovrebbe convincere la Francia, spaventata di dover pagare € 4,06 miliardi (+ 87% sul costo precedente), ad archiviare il progetto.
Riteniamo che Lei Paolo Gentiloni, Presidente del Consiglio, abbia il dovere di denunciare la subalternità dell’Italia alla Francia nel corso del 34° Vertice intergovernativo Italia-Francia che avrà luogo il 27 settembre a Lione.Se non lo farà per rispettare i patti sottoscritti anche da altri prima di Lei (ma gli Accordi possono essere sempre denunciati) significa che accetterà di regalare quasi 2 miliardi di euro alla Francia e di sottrarli al bilancio italiano. Rimaniamo inattesa di conoscere il Suo pensiero. Ringraziamo per la Sua attenzione e inviamo cordiali saluti.
di Gabriella Tittonel I santi non resistono a lungo in Clarea! Questa la conclusione a cui si è arrivati ieri, quando si è constatato che anche la statua di santa Barbara, collocata sopra l’arco di […]
11 novembre 2014 Approfittiamo delle deprimenti aperture dei quotidiani nazionali degli ultimi giorni per commentare, ancorché tardivamente, l’ennesimo attacco giudiziario a danno di un nostro associato impegnato nella difesa del territorio. Mentre scriviamo, in diverse […]