di Davide Amerio
A quanto pare questa domenica 5 ottobre vedrà a Torino lo svolgersi di un manifestazione di cui avremmo fatto volentieri a meno. Le “Sentinelle in Piedi” tornano a manifestare con la preghiera in piazza Carignano e sul loro sito scrivono:
Il 5 Ottobre Le Sentinelle di tutta Italia scenderanno in piazza a vegliare in 100 piazze diverse, per la libertà di espressione, per poter essere liberi di affermare che il matrimonio è soltanto tra un uomo e una donna, che un bambino ha il diritto ad avere la sua mamma e il suo papà e che loro hanno il diritto di educare liberamente i loro figli
Ovviamente la libertà di pensiero è quanto ci è di più caro e queste persone hanno il pieno diritto di manifestare ed esprimere il loro dissenso verso ciò che ritengono essere il male:
Sentinelle in Piedi è una resistenza di cittadini che vigila su quanto accade nella società e sulle azioni di chi legifera denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà.
Parimenti rivendichiamo il nostro diritto a criticare nei contenuti politici e filosofici questo tipo di manifestazione, non certo nella forma, essendo la preghiera, comunque la si pensi, una delle forme più nobili di intimità della persona per mezzo della quale si raccoglie in se stessa cercando un dialogo con la divinità, qualunque essa sia o comunque venga intesa.
Ciò che non è condivisibile è la sostanza politica che alberga dietro a questa ‘innocente’ manifestazione. E’ l’integralismo dell’interpretazione di scritture che appartengono alla notte dei tempi il cui messaggio, invece di rinnovarsi, viene mantenuto e interpretato nella sua grezza forma originaria; come se duemila anni di storia non ci avessero insegnato nulla.
L’amore e la famiglia interpretate, vissute e accettate o accettabili secondo un unico formato predefinito è assolutamente antistorica. Se poi facessimo un’analisi di quanto sono ‘sane’ le famiglie tradizionali ci sarebbe proprio da ridere (amaramente). Questo continuare a prendersela con l’omosessualità come fonte e cagione della dissoluzione del sistema sociale denota due fattori
– primo: un integralismo di fondo paragonabile a quello di altri fondamentalismi religiosi che diffondono morte e sofferenza nel mondo. So che qualcuno sobbalzerà a questa affermazione ma ciò che conta è la posizione di fondo. Le ‘culture’ che usano oggi l’assolutismo come strumento di oppressione e coercizione dei popoli ubbidiscono alla stessa rigida logica della fedeltà – presunta, – all’interpretazione dei testi considerati sacri. L’unica differenza è che queste culture vivono in società pre moderne e si permettono azioni che appartengono a una storia per noi lontana ma di fatto simile. Le Crociate e le Sante Inquisizioni sono state inventate da noi. E’ chiaro che nessuno delle ‘sentinelle’ si sognerebbe di ammettere che accetterebbe la lapidazione di un omosessuale ma questo perché vive qui, in una società moderna, dove la secolarizzazione e il laicismo (da loro sempre deprecati) hanno diviso il potere religioso da quello dello Stato di diritto. La presupponenza con la quale si pensa di difendere “l’uomo e la sua civiltà” non è diversa, nella sostanza, da quella che proclama la guerra santa dell’Islam contro il resto del mondo.
Allo Stato è demandato il compito di ‘proteggere’ la comunità dai pericoli e dalle minacce anche ricorrendo all’uso della violenza. Se l’omosessualità viene definita come una ‘minaccia’ che cosa impedisce l’uso della violenza su di essa? Nelle società pre moderne (dove vige l’integralismo religioso e Stato e Religione sono un tutt’uno) nulla. In quelle moderne è la laicità che ‘impone’ la tolleranza e l’accettazione di chi pensa e agisce diversamente da noi.
– secondo: una ipocrisia o quantomeno una incapacità di individuare delle priorità nella “difesa della famiglia”. Se fossi una ‘sentinella’ prima di occuparmi della presunta (e quanto mai assurda) minaccia dell’omosessualità alla famiglia tradizionale, mi preoccuperei di ciò che minaccia realmente la nostra società: la politica corrotta e corruttrice a opera di quanti si fregiano proprio degli alamari della cristianità per inossidabili carriere vissute all’ombra della croce del Cristo. Sono decenni che assistiamo a politici corrotti che distruggono le risorse del paese e vengono ‘perdonati’ e tollerati solo perché si ergono a paladini del cattolicesimo. Li conosciamo per nome e cognome. Se oggi c’è un rischio per le famiglie ha proprio origine dalle azioni di costoro, con le loro ruberie, le loro complicità con sistemi mafiosi che distruggono il patrimonio economico, finanziario, ambientale. Lo stato di malessere sociale prodotto da scellerate politiche è la vera minaccia: laddove non c’è più lavoro per i giovani o per i genitori e gli stipendi, quando ci sono, abbassano continuamente la soglia del benessere in favore di una povertà crescente.
Se fossi una ‘sentinella’ mi preoccuperei dei danni commessi da costoro perché due uomini o donne che desiderano formare una famiglia basata sull’amore e sul rispetto reciproco e che volessero pure allevare un figlio dentro questo modello non sono un pericolo per la società e per la ‘famiglia’ in se stessa.
Un nucleo di mafiosi in combutta con politici corrotti, con la copertura di una informazione compiacente e di un popolo troppo indulgente costituiscono il vero pericolo per la famiglia, per la dignità dell’uomo, per la società e per la civiltà.
E’ una questione di priorità o forse solo di ottusità.
D.A. 04.10.14