
di Leonardo Capella
Non bastano crolli e incendi: le famiglie degli studenti del Liceo Darwin di Rivoli dal 17 Marzo scorso vengono sollecitate con una circolare postata sulla bacheca del sito ufficiale della scuola e firmata dal dirigente scolastico Maria Luisa Mattiuzzo a versare un “contributo di € 150 a sostegno delle attività previste dal Piano dell’Offerta Formativa…”, ecc. L’enunciato dell’editto ne fa un piccolo capolavoro del dico e non dico, destinato presumibilmente a genitori poco informati o disattenti che potrebbero equivocare e pensare che l’iscrizione sia condizionata al contributo visto che la dicitura “iscrizione” compare insieme alla “richiesta“.
Ma non solo: i termini sono piuttosto perentori: “è richiesto”, “Il versamento dovrà essere effettuato…” “copia del bonifico dovrà essere inviata...” e riporta in coda pure la scadenza, il 15 Aprile, tra l’altro un pochino in anticipo sull’inizio del prossimo anno scolastico, considerando che analogo contributo era già stato “richiesto” all’inizio di questo anno scolastico. Per bontà del Consiglio di Istituto si specifica che “il contributo NON viene richiesto alle famiglie il cui reddito 2014 rientra in ‘determinati’ parametri” che vengono sotto minuziosamente elencati in base alla composizione dei nuclei famigliari. Alle altre invece si, evidentemente. Tutto insomma è enunciato per dare l’idea che l’obolo sia dovuto. Poco corretto e molto ingannevole.
A cosa sarebbe destinato il contributo? Udite un po’: a “assicurazione allievi (l’istituto è comunque tenuto ad assicurarsi. Lo studente può tutt’al più essere invitato a farsi una propria assicurazione), acquisto beni durevoli e materiali di consumo (?), spese di manutenzione laboratori, noleggio fotocopiatrici a uso didattico (ma gli studenti per usarle devono ri-pagare acquistando una card), …soggiorni-scambi (che dovranno essere pagati comunque dai partecipanti)…bisogni educativi speciali (?)…” , più altri servizi come per esempio i docenti di sostegno previsti comunque dal Provveditorato, innovazione tecnologica (leggi probabilmente acquisto di pc, ma allora perchè non chiedere agli studenti di portare a scuola il proprio senza dover pagare un extra?), ecc.
Gioverebbe ricordare alla Prof.ssa Mattiuzzo e al Consiglio di Istituto che già nel 2012 il Difensore civico regionale, autorità di garanzia preposta alla tutela amministrativa dei cittadini, interpellato da un genitore in merito a analoga richiesta di “quota assicurativa individuale e quota finalizzata alla realizzazione dell’offerta formativa...”, aveva stabilito che “Le scuole non possono chiedere contributi alle famiglie qualificandoli come dovuti…come allo stesso modo non è consentito destinare tutto o parte del contributo per la copertura, anche parziale, delle ordinarie spese di funzionamento“. Nel caso Darwin, tutto è lasciato all’ambiguità della formulazione: il testo non chiarisce che il contributo è facoltativo o volontario ma, per scansare accuse di discriminazione e non cadere palesemente nell’illecito, elenca le fasce di reddito a cui non “viene richiesto“. La scuola dei furbetti, e non parliamo dei ragazzi.
Non rimarrebbe che ricordare al mittente, cioè ai dirigenti scolastici, il dovere di soddisfare le necessità della scuola richiedendo i finanziamenti a quegli stessi enti e a quei partiti responsabili dei tagli a tutti i servizi sociali e del degrado delle scuole. Soldi che invece vanno speditamente alle grandi opere con tutti gli annessi e connessi, E al Darwin certe cose si dovrebbero sapere.