
di Valsusa Report
Il Ministero delle Infrastrutture guidato da Graziano Delrio, assesta un nuovo punto delineando un nuovo Codice appalti. Insieme al regolamento delegificante “sblocca-opere” approvato il 20 gennaio 2016 dal governo, la Presidenza del Consiglio individuerà ogni anno opere “suscettibili di produrre effetti positivi sull’economia o l’occupazione”. Il Dpcm, previa deliberazione del consiglio dei ministri avrà valore di lista di programmazione (la stessa appunto della lista delle infrastrutture strategiche di serie A (Pis) di conosciuta Legge Obbiettivo), la novità, se alla fine i tempi di approvazione non verranno rispettati, il premier in carica al momento, “potrà approvare i progetti o altri adempimenti con poteri sostitutivi”, e l’opera potrà calendarizzarsi.
Lo conferma anche Anna Donati di Green Italia al termine di una conferenza, anche se “sono stati decisi una serie di atti per il suo superamento – della Legge Obbiettivo ndr – sarà un decreto di semplificazione con Regolamento ai sensi della Legge Madia. Una piccola Legge Obiettivo”. Il problema si riscontra ancora una volta, il progresso infrastrutturale non interessa al privato che come ci conferma la Donati “tutto quello che è stato realizzato fino ad ora è stato pagato interamente con soldi pubblici”.
La legge obbiettivo non va in pensione, dunque una promessa non mantenuta per adesso. Intanto alcune opere vanno avanti come l’Autostrada della Maremma, il Raccordo Autostradale A15-A22 chiamato TiBre Parma-Verona, il Terzo Valico Milano-Genova (da poco fermo per infiltrazione mafiosa) e la contestatissima Linea Tav Torino-Lione in Val di Susa (con 6 condanne dell’Operazione San Michele per reati riconducibili ad associazione ‘ndranghetista).
Una programmazione unitaria delle opere prioritarie di interesse statale, senza più liste di serie A con procedure speciali era la promessa dell’ex Governo Renzi, un unico Documento pluriennale di programmazione il (Dpp). La promessa di tornare ad applicare a tutte le grandi e piccole opere pubbliche la procedura ordinaria della conferenza di servizi. Come detto prima, questa procedura se rafforzata dal Dlgs Madia in fase di approvazione finale, porta con se la clausola del silenzio-assenso sugli enti di tutela e sulla Via, quindi la possibilità di chiudere la conferenza di servizi con decisione finale del consiglio dei ministri.
Il meccanismo diventa quindi si veloce nell’approvazione, ma anche delicato mancando così il democratico dibattito degli Enti in primis i territori e le Regioni, che porterebbero a conoscenza tutti i lati deboli dell’opera, migliorandola ove necessario. Una volta convalidati al Cipe il Pgtl e il Dpp, ad approvare le opere ci penserà solo il Mit, finanziandole con due tipi di fondi che in mancanza di privati saranno affidati come sempre ai debiti con le banche. Un bel potere, rispetto a oggi, al Ministro delle Infrastrutture, che di fatto, sarà l’ideatore, il programmatore e renderà attuabili le opere su tutto il territorio italiano senza limiti.
V.R. 23.12.16