
di Manfredo Pavoni
La comunità del quilombo de Dom Joao. La sua rappresentante legale, Joselita Gonçalves Dos Santos, conosciuta durante il suo viaggio in Val Susa, è in attesa della sentenza del tribunale Federale di Bahia. Il giudice Evandro Reis del Tribunale di Salvador, dovrà decidere, possiamo dire in questo caso, diritto di vita o di morte della comunità. Il giudice purtroppo negli ambienti della sinistra e dei movimenti sociale è conosciuto come un magistrato dipendente dai poteri forti dello stato di Bahia, riassunte in poche parole come buissiness dell’agro tossico e multinazionali del petrolio e della chimica.
Multinazionali del petrolio comandano il territorio
Nei primi giorni di dicembre, le comunità quilombole bahiane soffrono procedimenti di espulsione dai loro territori e razzismo ambientale. Nel quilombo di Rio Macaco si sono riunite in assemblea. Rio Macaco è un quilombo storico che marca la presenza della comunità nella zona peschiera da almeno 150 anni. Il quilombo di Rio Macaco soffre da circa 20 anni un duro conflitto con la marina militare brasiliana
Conflitto giudiziario verte sulle comunità
Purtroppo lo stesso giudice che si sta “occupando” della comunità de Dom Joao, la comunità di Joselita, ha concesso alla Marina Militare Brasiliana la costruzione di un muro. Questo muro separa in modo drastico la comunità dall’area della marina, un’area che tradizionalmente rappresenta l’accesso al mare e al fiume (rio Macaco) e che permetteva la sopravvivenza della comunità appunto per mezzo della pesca e del “mariscagem” la raccolta di ostriche e vongole (sururu come vengono chiamate dagli afrodiscendenti). Un caso?
Purtroppo le notizie di questi ultimi mesi non sono positive per le comunità quilombola e indigene. Soltanto nello stato di Bahia sono stati uccisi 8 militanti di quilombo di cui 4 erano leader comunitari, mentre l’estrattivismo e l’agronegocio, come lo chiamano qui, continua a strappare territori e risorse alle comunità ancestrali.
Il governo illegittimo e corrotto di Michel Temer ha cancellato o tagliato le risorse ai programmi di sostegno alle comunità marginalizzate e storicamente discriminate. Cancellato il programma dell’acquisto di produzione alimentare dei quilombo e delle cooperative agricole da parte di scuole, ospedali federali. Programma inaugurato dall’ex presidente Lula. Cancellato anche il programma alimento verde che finanziava una agricultura ecologica rispettosa priva dell’utilizzo di agrotossici, e dei semi modificati geneticamente. In Brasile permettono l’impiego di agrotossici vietati da anni in Europa. In Brasile viene permesso il glisolfato che viene usato in una dose di ottanta volte superiore alla quantità che ancora purtroppo viene permessa in Europa.
Un ritorno all’agricoltura chimica
Mercoledi di questa settimana prima di Natale, ho partecipato ad una lunga assemblea della comunità, Joselita ha relazionato sul suo viaggio in Valsusa. Ha informato la comunità di aver utilizzato tutti i soldi ricevuti dal Movimento No Tav, per l’acquisto di tegole, cemento, sabbia e legna per la costruzione della casa dell’associazione. Una casa fondamentale, fermata fino ad ora per la mancanza di risorse. La costruzione è iniziata durante le vacanze di Natale con un impegno comune di tutti.
Per poter realizzare il progetto sono necessari circa 3000 euro, utili all’acquisto di materiale, il lavoro è volontario. La crisi economica e il taglio dei programmi sociali ha ulteriormente impoverito in questi mesi le famiglie della comunità. Inoltre molti parenti e figli che lavoravano a Salvador o nella vicina S.Francisco de Conde hanno perso i loro impieghi precari e sono tornati nel quilombo. Il rifugio quilombo che assicura almeno un’autonomia alimentare dovuta all’attività della pesca e della raccolta di ostriche e molluschi.
Il Quilombo è una risorsa della comunità
A pochi mesi dalle elezioni politiche si assiste ad una radicalizzazione della destra neoliberale ma anche della destra fondamentalista evangelica e di quella più vergognosa legata ai militari. Non si contanto gli attacchi a gay, lesbiche neri come l’ultimo report dell’Onu sulla situazione razziale in Brasile. Il rapporto evidenzia come per un giovane negro povero brasiliano i rischi di essere ucciso siano 5 volte superiore al suo omonimo bianco di classe media.
Il parlamento sta discutendo una proposta di legge che vieta la possibilità di parlare di politica e di commentare l’attualità nelle scuole superiori, secondo loro, la destra governativa, le scuole sono in mano a professori comunisti e anarchici. Qualcosa di questa ultima legge mi fa venire in mente un discorso simile sulla egemonia della sinistra nella scuola già sentito in Italia. Probabilmente la destra estrema globale, oltre al razzismo, la xenofobia, l’autoritarismo e l’anticomunismo non possiede molti altri argomenti e nemmeno molta fantasia.
Ma le due riforme che stanno suscitando una forte e larga opposizione, sono quelle della previdenza (un taglio di 10 milioni di dollari) e della riforma del lavoro che vuole cambiare il conteggio della pensione e imporre il lavoro fino a 65 anni.
I tagli governativi si abbattono sulla popolazione
Vi ricorda qualcosa? Proprio in queste settimane, in Argentina, la stessa proposta ha visto milioni di persone in strada e una guerriglia urbana che si è protratta per giorni. Mentre in Brasile, la destra neoliberale, governa quella estrema, legata ai militari, e quella del fondamentalismo religioso evangelico promettendo per le elezioni, una più dura radicalizzazione, la nascita di un nuovo partito dal nome non proprio orginale PN (Partito Nuovo).
Tuttavia, nonostante i processi, che a gennaio dovranno confermare la condanna a 9 anni per avere avuto in prestito una trilocale nel litorale di San Paolo, l’ex presidente Lula continua in testa nei sondaggi. Lula si conferma al 45% dei voti. Questa credo sia una bella notizia!
(M.P. 22.12.17)