La Val Susa contro il duo Chiamparino – Saitta.

Non c'è pace in Val Susa. Adesso la Regione di Chiamparino attacca la sanità con pesanti tagli minando il diritto alla salute della popolazione.

di Davide Amerio.

Un lungo fiume di adulti con bambini al seguito, nonni, sindaci e politici ha percorso le strade di Susa domenica mattina per manifestare contro la chiusura dell’Ospedale cittadino. Cuore pulsante della manifestazione il “Comitato Mamme” che si batte da molto tempo contro la chiusura del punto nascite dell’ospedale segusino.
In realtà c’è molto di più in ballo. E’ l’intera struttura della sanità in valle che viene compromessa dalla delibera n. 600 della Giunta Regionale governata da Chiamaparino – ci spiega Stefania Batzella Consigliera Regionale per il M5S.

La delibera prevede tagli, chiusure di reparti, declassamento dell’intera struttura ospedaliera e ridimensionamento del pronto soccorso che viene declassato ad area disagiata.
Dopo molte promesse da parte della Direzione Sanitaria dell’ASLTO3, da cui l’ospedale dipende, su ampliamenti e potenziamenti della struttura arriva la mannaia del duo Chiamparino-Saitta. “Ho personalmente chiesto le dimissioni dei vertici aziendali dell’ASL” ribadisce con fermezza la Batzella, “ci hanno preso in giro”.

E qualcosa davvero non quadra. Da molto tempo il Comitato Mamme contesta la pressione psicologica cui sono state sottoposte le partorienti per spingerle a eseguire il parto nell’ospedale di Rivoli. Le pressioni hanno ottenuto il loro scopo. Le nascite a Susa sono dimunite del 50% e così adesso la regione ha la scusa per dire che il reparto va chiuso perché i parti sono pochi rispetto a quanto stabilisce la legge.

Ma è un non senso per il sindaco di Avigliana Angelo Patrizio: “Il punto nascite è uno strumento indispensabile che non può essere misurato solo dal punto di vista numerico”. Saitta, ci spiega ancora la Batzella, afferma che l’Opedale non sarebbe sicuro. Non è vero, affermano tutti, dai cittadini ai numerosi sindaci della valle presenti alla manifestazione. L’ospedale di Susa è noto per la professionalità dei suoi operatori e per le strutture innovative. Recentemente sono stati spesi 8ml di euro dei soldi dei contribuenti per una nuova ala che dovrebbe ospitare il progetto di intensità di cura. C’è un reparto per la dialisi inaugurato solo pochi mesi fa. La classificazione di “area disagiata” non la digerisce nessuno. L’assesore Antonia Fonzio della giunta Plano del comune di Susa afferma che non si è mai vista una zona “disagiata” alla quale vengono tolte delle risorse, semmai il contrario. Siamo all’assurdo per giustificare il drastico ridimensionamento delle strutture senza curarsi dei rischi che correranno i cittadini.

Tutti ritengono pericoloso che non venga adeguatamente considerata la struttura della valle. Così si compromette tutto quanto il comparto sanitario della Valle vittima dei tagli imposti dalla Regione. Ma i sindaci non ci stanno perché i risparmi non si fanno con i tagli ma con le spese efficienti e facendo in modo che i soldi pubblici finiscano nelle strutture pubbliche non in quelle private. I Sindaci hanno sottoscritto un documento nel quale denunciano questo modo inopportuno di gestire la sanità in Val Susa e sono decisi a difendere il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione considerando inoltre che la spesa pro-capite per la sanità in valle è inferiore che altrove.
Anche sulla sanità… la Valle non si arrende!

La galleria Fotografica della manifestazione

D.A. 24.11.14