di Massimo Bonato
Agosto è il mese nero del giornalismo. Vuoti i Palazzi, i politici sugli yacht contesi dai paparazzi. Non resta che parlare di creme, precauzioni contro i raggi Uv, o la pioggia che si abbatte sul turismo.
Per fortuna in Val di Susa in agosto c’è chi scrive. Grafomani dagli inviti facili, che fan saltare su più d’una sedia chi rimane, a produrre dichiarazioni.
I Noa (non la più conosciuta cantante, ma i non operativi Nuclei operativi armati) scrivono al movimento No Tav. Scrivono attraverso l’Ansa, perché si sappia. Un invito non privato ma ufficiale alla lotta armata. Un invito a nozze, ma non per il Movimento.
La magistratura indagherà, ma intanto dal Pd, che di sinistra se ne intende, una posizione bisogna pur prenderla. Netta, chiara, precisa: “Quello che è accaduto questa mattina purtroppo è la conferma di quanto ho detto alcuni giorni fa: la Val di Susa è diventata ormai la palestra di ogni forma di pseudo sinistrismo” afferma il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. Solidarietà al senatore Esposito e ai tre giornalisti citati nella lettera.
Il sindaco di Torino Piero Fassino resta sul testo, non divaga: “Parole deliranti e farneticanti che richiamano alla memoria gli anni di piombo, e il loro carico di dolore e di sofferenza che nessuno vuole più conoscere”. Nessuna menzione alla Valle, se non un’ellittico monito: “Unico modo per risolvere i problemi – conclude Fassino – è ricercare ai conflitti una soluzione fondata sulla parola e sulla ragione, e non sulla violenza e sulla sopraffazione”. Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd, a Roma ha il polso della situazione e può assicurare che “i pochi nostalgici della stagione del terrorismo troveranno di fronte a sé un panorama politico e un governo pronti a contrastare qualsiasi deriva violenta ed antidemocratica”. Anche se “Non conosciamo la reale consistenza della sigla che oggi firma la lettera di minaccia terroristica giunta all’ANSA e che promette la chiamata alle armi dei delusi del movimento No Tav”.
Al governo si rivolge preoccupato il segretario del sindacato di polizia Silp Cgil Daniele Tissone. Chiede un “un univoco indirizzo politico-istituzionale”, chiede il “dissenso degli intellettuali verso l’ipnosi della violenza che, oggi come nel passato, colpisce giornalisti, esponenti istituzionali e forze dell’ordine in prima fila nella prevenzione e nella lotta di chi si occupa del contrasto alle violenze in Val di Susa”; chiede il “riconoscimento retributivo delle donne e degli uomini in divisa impegnati anche su tale delicato versante che conduca allo sblocco anticipato del tetto salariale”.
Anche al Siap la preoccupazione è alta. Il problema per il segretario provinciale Pietro Di Lorenzo è “la insistente discesa in campo di filosofi, scrittori e fini pensatori ad infoltire la schiera di quanti si sono adoperati a ciclo continuo nel fornire dignità ideologica a ciò che è solo e soltanto cieca violenza”. Quello l’ambiente in cui la lotta armata pesca adepti.
M.B. 13.08.14