
di Fabrizio Salmoni
Si riaprirà fra pochi giorni con l’udienza del 16 Settembre del maxiprocesso la stagione giudiziaria che riguarda i valsusini e le prospettive sono preoccupanti: la frangia estremista della Procura non molla l’osso per quanto riguarda le accuse di terrorismo respinte dalla Cassazione con richiesta di “riformulare”. Ed è appunto quello che i pm stanno tentando di fare con qualche gioco delle tre carte giuridico: far passare il teorema del terrorismo tramite un giro di carte che ne supporti la sostanza. L’obiettivo è di tenere in carcere i sette arrestati per il compressore o quantomeno ottenerne durissime condanne. In attesa comunque del Tribunale del Riesame che si riunirà il 29 Settembre per pronunciarsi sulle scarcerazioni. C’è qualche speranza di un ricorso ai domiciliari il che sarebbe un brutto segnale per i teoremi di Rinaudo e Padalino.
Entro fine anno poi si dovrebbe giungere a sentenza anche per il maxiprocesso: solo più qualche teste da sentire e poi si andrà alle requisitorie dei pm. Vista la conduzione del processo sinora, si aspettano condanne, forse non per tutti e forse non gravissime ma soprattutto pesanti sanzioni pecuniarie, un’ eventualità solo apparentemente non politica perchè in realtà, in sintonia con la scelta dell’aula bunker, sono le condanne normalmente inflitte e più efficaci contro le associazioni mafiose. Figuriamoci contro imputati che fanno in gran parte lavori precari e vite certo non agiate. Tali sanzioni sarebbero subito esecutive almeno nella parte giudicata essenziale e toccherà di nuovo a tutti gli italiani che vedono nel movimento No Tav la componente più avanzata delle lotte sociali rendere inefficace una misura repressiva che si ripropone di fermare i singoli, costringerli a “ritirarsi” di fronte al rischio e alle conseguenze di una grave penalizzazione sulla vita quotidiana.
A fronte di questa situazione ci sono movimenti all’interno di Procura e del Tribunale che fanno sperare in un sensibile “appeasement” del pesante clima imposto da Caselli e dai suoi pm. Innanzitutto si deve ancora capire l’atteggiamento che il nuovo Procuratore Capo avrà nei confronti delle lotte sociali. Spataro potrebbe avere meno debiti da saldare con il Pd di quanti ne aveva Caselli e una veduta più “normale” della realtà, meno autoritaria.
Dovrebbe anche cambiare il Presidente del Tribunale, quello che aveva confermato la sede aula-bunker, e si vocifera di una rimozione di Rinaudo, ovviamente travestita da promozione a incarico più prestigioso, a una posizione di consulenza con la Commissione Europea. Insomma, movimenti che farebbero entrare aria nuova a Palazzo di Giustizia, aria che nessuno garantisce sia meno inquinata dai politici ma almeno diversa. Del resto, il movimento No Tav non chiederebbe altro che un ritorno alla “normalità” giudiziaria.
Quanto poi le tematiche della contestazione alla Torino-Lione siano penetrate nel tessuto sociale da poter influire anche sulle politiche giudiziarie è difficile capire ma intanto qualche piccolo segnale c’è già stato: qualche non luogo a procedere, qualche assoluzione. Un po’ di luce in fondo al maledetto tunnel.
A Gennaio inizierà poi il processo a Erri De Luca che lo scrittore intende affrontare all’attacco. Sarà un processo molto mediatico che porterà le tematiche dei No Tav alla ribalta dei media, almeno per qualche breve tempo e non farà certo del bene a Virano & co. (F.S. 07.09.14).