
di Massimo Bonato
Il gas di scisto non è più una delle tante opzioni in Europa, ma una realtà. L’esplorazione è in corso in diversi paesi europei e vaste aree sono già state designate per essere sottoposte ad eventuali processi di fratturazione. Processi che utilizzeranno grandi masse di acque a discapito delle falde acquifere, sfruttate prima e inquinate poi, ma anche a discapito di centri abitati e vaste aree riccamente coltivabili rese inservibili.
Vi sono aree in cui il fracking viene imposto da multinazionali con le quali i governi e i media sono conniventi. È il caso di Zurawlow, in una Polonia in cui per i canali ufficiali i cittadini sarebbero d’accordo all’80% con esplorazioni, perforazioni ed estrazioni, ma si tacciono le rivolte e le opposizioni popolari. È il caso di Pungesti, in Romania, dove le esplorazioni della Chevron vengono fatte a pochi metri dalle abitazioni senza aver chiesto alcun permesso, senza che i sindaci dei paesi vengano neanche messi al corrente di che cosa sta accadendo. Ma avviene anche nella urbana Inghilterra, a Balcombe, in cui gli abitanti si domandano a chi andranno a chiedere conto quando, a forza di cambiare nome, le società interessate si saranno moltiplicate e atomizzate senza che vi sia rinvenibile un responsabile, dove chi ha mezzi e coraggio per portare una società in tribunale vede i documenti secretati, senza possibilità di divulgazione; ma soprattutto nessuno sa che il progetto fracking di perforazione prevede 1000 pozzi che richiederanno lo sfruttamento di 5 ettari di terra a pozzo e l’abbattimento di circa 100.000 alberi!
Lech Kowalski, per la produzione di Odile Allard – sottotitoli in italiano Francesco Giannatiempo – ha realizzato un documentario di ca. 30 mn su queste realtà: a Zurawlow, Polonia; a Balcombe, Regno Unito; e a Pungesti, Romania. Realtà al confronto delle quali lo Stato oppone disinformazione, Polizia, violenza e silenzio dei media.
qui il documentario di Lech Kowalski sottotitolato in italiano