
di Gian Giacomo William Faillace
C’erano una volta le dittature. C’era la Cortina di Ferro. C’erano il blocco occidentale e quello orientale. C’era un ovest che sapeva distinguersi dall’est in nome della Democrazia e del Liberalismo. Caduto il Muro di Berlino è diventato sempre più difficile distinguere cos’è realmente una Dittatura.
Nel periodo compreso tra la II Guerra Mondiale e la caduta del Muro di Berlino, il mondo era diviso in due blocchi: il blocco filo-americano ed il blocco sovietico.
Il primo viveva in funzione del secondo e viceversa, ognuno dei due “gareggiava” per dimostrare al resto del mondo di essere il migliore in campo dei diritti civili, nella tecnologia, nel benessere, nei valori.
Il mondo occidentale, quello filo-americano, si distinse dal secondo per aver garantito ai suoi cittadini, alle sue popolazioni, almeno in Europa, democrazia, libertà di stampa e di pensiero, benessere e ricchezza.
Il secondo, quello sotto influenza sovietica, non ha certo brillato in questi settori, anzi, nessuna libertà di pensiero, semmai appiattimento verso il pensiero unico dettato dal Cremlino e dal Partito Comunista dell’Unione Sovietica. DDR, Polonia, Romania, Cecoslovacchia, Bulgaria ed Ungheria, prendevano ordini da Mosca ed i loro capi di stato e di governo non erano che dei vassalli insediatisi ai vertici dei loro paesi per volere dell’Unione Sovietica.
In Occidente, al contrario, in nome della democrazia, si dava potere decisionale al popolo, quindi, almeno in apparenza, i nostri governanti erano eletti dal popolo e anche se ad un altro governo non piacevano, si mantenevano in carica fino alla loro naturale scadenza, salvo patti diversi tra partiti ma, sicuramente, non interveniva un ariete chiamato spread a defenestrarlo.
Caduto il Muro di Berlino è caduta anche quella voglia dell’Occidente di difendere i valori tradizionali che lo hanno sempre contraddistinto: il mondo liberale si è trasformato in neo-liberista a vantaggio delle multinazionali; il potere politico è stato assorbito da un’entità sovranazionale chiamata Unione Europea, i cittadini perdono tutele sia economiche che sociali e tutti, indistintamente devono piegarsi al pensiero unico che vede nell’Unione Europea e negli U.S.A la luce della democrazia e nel resto del mondo i dittatori che contrastano la libertà.
Ma è libertà il non poter esprimere il proprio pensiero, pena il licenziamento, la distruzione professionale e personale dell’individuo, esporre coloro che hanno un’idea diversa al pubblico ludibrio?
Ecco cos’è oggi la tanto decantata democrazia occidentale! Una dittatura.
Il punto è che noi, noi occidentali, facciamo fatica a riconoscerla come tale poiché ci hanno insegnato che la dittatura fa capo ad un’unica persona: Mussolini con la dittatura fascista, Stalin alla dittatura sovietica, Mao alla dittatura comunista cinese, Pinochet alla dittatura liberal-militare cilena e così via.
Negli Stati Uniti, che di dittatori se ne intende, visto che ne ha mandati al potere parecchi, tanto quanto i russi, ed in Europa, i gruppi di potere sono stati più furbi, più subdoli: non hanno creato un personaggio forte nominandolo dittatore, bensì hanno creato un sistema che non ha un volto, non ha un nome ed un cognome, non ha un colore politico ma ha continuità politica qualsiasi partito salga al potere.
Il popolo vota per un partito o per un leader, ma questi, senza l’approvazione dell’Unione Europea o di Washington D.C non sarà in grado neanche di asfaltare un vicolo nel suo territorio, in caso contrario non invieranno carri armati o soldati ma a mercati aperti, ordineranno ai loro killer, ufficialmente, ed elegantemente, definite agenzie di Rating, di cambiare una lettera dell’alfabeto alla loro valutazione sulla solvibilità di uno Stato ed il giorno dopo quel governo, eletto dal popolo, verrà sostituito da un altro deciso a tavolino dall’U.E e da colui che dovrebbe garantire la Costituzione e la sovranità della nazione.
E guai a sostenere che ciò voglia dire perdere sovranità o che si tratti di dittatura: ci si può lamentare di tutto ma mai della sacralità della dea U.E.
Nel 1099, al tempo delle Crociate il motto era “Deus Vult!” oggi, al tempo delle bandiere blu stellate, “l’Europa ce lo chiede”.
Diciamocelo! Lo spettro del Comunismo era complementare all’angelo del mondo liberale: senza l’uno, l’altro o peggiora o diventa come il primo.
In Italia, che al potere ci sia il PD o FdI, che ci sia Renzi anziché Berlusconi, poco cambia, poiché a prescindere dal colore e dal nome del premier, il comando è sempre detenuto dall’Unione Europea ed il nostro Capo di Stato o di governo, altro non è che un vassallo di Bruxelles o di Washington D.C. Idem in Germania, Grecia, Spagna o altro membro di questa struttura sovranazionale.
Certo è che anche i popoli possono possono avere la loro forza, a patto che siano popoli con una forte identità nazionale e che si sentano parte di quel Paese, vedasi i francesi.
Gli italiani, purtroppo, sono dei popoli che vivono nella penisola italiana ma dalla caduta dell’Impero Romano, 476 d.C, fino al 1861, quindi per ben 1385 anni, sono stati divisi in regni, ducati e imperi, signorie, comuni e chi più ne ha più ne metta, facendo perdere aquete popolazioni l’identità e lo spirito di appartenenza ad un paese.
L’Unità d’Italia, che oggi viene festeggiata e ricordata, altro non è che il frutto di annessioni con la forza al Regno di Sardegna; degno di nota fu il politico Massimo d’Azeglio col suo “Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani”: purtroppo rimase inascoltato. Ai Savoia interessava solo evitare il fallimento del loro regno dopo la fallimentare I Guerra d’Indipendenza e si interessò a creare dei buoni sudditi che qualora avessero manifestato contro di essi li avrebbero ascoltati a fucilate, Bava Beccaris docet.
Finita l’era monarchica, arrivò la Repubblica e se inizialmente il sentimento di appartenenza si insinuò tra gli italiani, successivamente si cambiò strada dividendo il popolo in comunisti, democristiani, liberali, repubblicani,, fascisti e socialisti. Chi ci governò, utilizzò ogni mezzo per dividere il popolo: sport, politica, ideologia, sindacati, religione, ceto sociale, auto di proprietà e via dicendo. Tutto andava, e va, bene per tenere il popolo diviso.
Oggi hanno trovato nuove fazioni: si-vax, no-vax, terrapiattisti, no-tav, putinisti, etero, gay, lesbiche, trans, fluidi, ferri da stiro (per chi è indeciso se sentirsi maschio o femmina) e mentre un tempo si avevano degli ideali o filosofi di riferimento, oggi abbiamo demandato a personaggi che rappresentano il nulla culturale il potere politico ed il ruolo di guida ideologica.
Se un tempo i ragazzi di sinistra scendevano in piazza con Sartre sotto il braccio, oggi manifestano con Fedez nelle orecchie.
Ora è necessario che nasca un nuovo polo d’influenza ideologica e geopolitica, non importa che sia democratico, liberale, comunista o fascista; non importa che sia religiosamente cristiano, islamico o ateo, serve al fine di bilanciare la dittatura occidentale, serve a fare in modo che l’Occidente rientri nel suo antico solco, nelle sue antiche tradizioni e affinché ritrovi le sue radici culturali e torni ad essere culla di libertà e di democrazia.