Isole minori italiane, inquinano a diesel

Il sogno infranto del turista delle isole minori, aria pulita e spiagge vergini, con il diesel dei generatori tutto inesistente

di Valsusa Report

Quando si vuol visitare le isole minori italiane si desidera innanzitutto il riposo, la passione della fauna o birdwatching, tanta ma tanta aria salubre e spiagge vergini incontaminate. Da un recente sviluppo sui costi delle energie elettriche questa visione primitiva e accattivante diventa irreale e costosa.

Le isole minori sono alimentate energicamente da motori diesel, maggiormente ricavati da vecchie navi in disuso. Su queste isole vivono circa 38.000 persone, durante l’estate raggiungono le centinaia di migliaia. Sono fuori dall’annovero dei motori diesel,isole minori6 l’Isola d’Elba connessa al continente e Capraia (LI), Salina, Vulcano, e Ventotene, lì l’energia la distribuisce l’Enel. Nelle restanti isole l’energia elettrica è gestita da società private locali.

Questa produzione privata e carissima ha generato dal dopoguerra l’aiuto del continente per non penalizzare gli abitanti isolani. Si decise così, un rateo della bolletta uguale alla media italiana, il resto coperto nella voce UC4 della bolletta elettrica.

Rappresentano così un costo inserito nelle bollette elettriche italiane di più di 60 milioni di euro all’anno, un costo insostenibile se considerato nell’incentivo dello stato, ci segnala il senatore Gianni Girotto, “Non è più accettabile la continua emorragia di risorse isole minori3pubbliche per alimentare sistemi elettrici vecchi ed inefficienti come quelli presenti sulle isole minori italiane, non connesse alla rete elettrica nazionale”.

Infatti, di altro avviso sta il buon senso come affrontato nel 2004 a Ginostra, isola di Stromboli, dove un piccolo impianto fotovoltaico da 100 kW, copre buona parte delle esigenze energetiche dell’isola.

Vi sono inoltre problemi di sicurezza del trasporto di carburante con navi cisterna, una bomba ecologica, dovesse accadere l’irreparabile. L’indirizzare gli incentivi sulla ristrutturazione energetica e il risparmio energetico degli edifici isolani, unendolo ai sistemi rinnovabili di produzione energetica riuscirebbe a far risparmiare soldi pubblici e mantanere il sogno di verginità naturale di ogni turista che si reca nelle nostre isole minori.

In conclusione il Senatore Giotto, “Le isole minori italiane offrono oggi l’opportunità di diventare un tema strategico per l’economia del nostro Paese, perché possono fare da laboratorio per la transizione energetica, creando prospettive che vanno ben oltre le specifiche realtà locali”. Di praticità parlano le associazioni ambientaliste come Legambiente, Libera e Emmaus Italia che nel progetto diisole minori1 Lampedusa e Linosa affermano “La messa a punto di un sistema di produzione di energia diffuso basato sulle fonti rinnovabili che, per quanto riguarda sole, mare e vento, abbiamo in abbondanza, e di un piano di raccolta differenziata dei rifiuti moderno ed efficiente, che possa trattare la frazione organica con impianti locali, non solo comporterà una forte riduzione dei costi per la collettività, ma produrrà alta qualità ambientale e nuova economia”, come riportato da greenreport presente al convegno che si è tenuto nella sala  conferenze dell’aeroporto di Lampedusa.

V.R. 4.2.15