Inquinamento da uranio impoverito

Molto si è discusso e molto si discuterà, di fatto l'inquinamento e le persone malate rimangono. Intanto arrivano le prime sentenze.

di Valsusa Report

Abbiamo imparato a conoscerlo, l’inquinamento da uranio impoverito è sul nostro territorio nelle forme di terra e di persona. Primo fra tutti il poligono militare di Quirra dove da tempo le battaglie legali hanno preso il posto delle discussioni con uno stato sordo che a volte non sente a volte nasconde, un disastro ambientale paragonatouranio proiett1 all’inquinamento di mururoa, ne parlammo in questo articolo Mururoa sta sprofondando, l’atollo francese si presenta desertico, circondato da navi da guerra, ed anche in sardegna la cosa non cambia con chilometri di filo spinato e concertine a delimitare il poligono, gli alt e i divieti con guardia armata.

Non sono indifferenti i sardi, popolo che non si arrende, dichiara al giornale online La nuova Sardegna il coordinatore nazionale di Sni, Bustianu Cumpostu, “la decisione del Gup è chiara, se a Quirra c’è un disastro o uno stato di pericolo il responsabile non può essere che lo Stato, lo stato italiano, che nel frattempo, temendo forse il rinvio a giudizio, si è cautelato equiparando i poligoni e le servitù militari alle uranio proiett3zone industriali. Quel decreto il 91/2014 permetterà allo stato di mantenere, in Sardegna, lo stato di guerra in tempo di pace, lo autorizzerà a consumare il nostro territorio continuando a gravarli poligoni e servitù militari che nulla hanno di diverso dai teatri di guerra spenti”. Una sordità disarmante per un abitante della zona.

Rifiuti nucleari vs armi chimiche anche qui spiegammo in un articolo come diventano di attualità le armi chimiche brutte da condannare, mentre le armi nucleari sono ancora viste come utili a stabilire la pace, soprattutto se usate come deterrente, “ce l’ho e sono pronto a usarle” eccheggia nei tavoli diplomatici. Esperimenti in ogni dove e lanci prova di missili nucleari in tutto il pianeta ad opera di quasi tutti gli stati. Inquinamento su inquinamento, anche solo a tener ferme le armi.

Ma non basta la capacità dell’uomo alla distruzione è arrivata oltre, le usiamo in guerra, “una carica ridotta, infinitesimale e sotto controllo” uranio proiett5così veniva propagandata alla vigilia della guerra del Kossovo che interessò poi tutti i balcani in quella che era conosciuta come Jugoslavia. Proiettili all’uranio impoverito lanciati da fucili e cannoni.

Oggi sappiamo, con una sentenza della Corte d’Appello di Roma che quel caporal maggiore dell’Esercito morto per linfoma di Hodgkin nel 2005 fu per l’inquinamento da uranio impoverito, e lo stato sapeva, anzi gli americani possessori del brevetto erano chiari nel trattare le armi di guerra, “loro usavano tute protettive nelle bonifiche”, viene fuori dal processo.

Ma c’è di più, il ricorso contro il caporal maggiore lo ha presentato il ministero della Difesa e dell’Economia, come a voler dire non sapevamo e abbiamo ragione. Non è così, tre anni dopo aver preso uranio proiett7parte a una missione in Kosovo, il caporal maggiore è morto, a ruota ne stanno arrivando altri, e piano piano il segreto di pulcinella si sta sgretolando. Nonostante sia vietato in guerra dal 1978, ricompare il 2 e 3 luglio 2010 a difesa della base di Bala Murghab al confine tra Afghanistan e Turkmenistan.

Qui un’ottima riflessione di Lorenzo Sani, inviato de Il Resto del Carlino che prese parte al funerale del caporal maggiore della Brigata Sassari Salvatore Vacca, riconosciuto poi come il primo morto di uranio proiett4Uranio Impoverito, che aveva prestato servizio alla caserma Tito Barak di Sarajevo. Uguale dall’Iraq, morto anche il brigadiere capo Giovanni Mancuso, che nel 2006 aveva preso parte alla missione di pace in Iraq e si era ammalato qualche mese dopo il suo rientro. Sono 314 i morti e 3.600 i militari ancora malati. L’uranio nuoce gravemente alla salute!

V.R. 11.3.15