Indecente articolo su Il Tempo.it che paragona Erri De Luca a Cesare Battisti.

Un ottimo esempio di dis-informazione sul sito de Il Tempo.it. Erri de Luca viene paragonato ai terroristi e ai "cattivi maestri".

di Davide Amerio.

Articolo piuttosto stucchevole nella rappresentazione di De Luca paragonato a Cesare Battisti. Le accuse di terrorismo sono già state cassate dalla Corte di Cassazione mentre i Pm della procura di Torino continuano a equiparare le azioni di sabotaggio con il terrorismo.
Aumento dei costi per la sicurezza? L’autore farebbe meglio a documentarsi su anni di studi che dimostrato i costi esorbitanti e l’inutilità della linea. Ce ne fosse bisogno le recenti indagini su Incalza e soci sono un bel punto di partenza per capire lo stato attuale delle grandi opere e la truffa costruita dalla Legge Obiettivo sulle spalle dei cittadini. Le parole sono importanti? vero! Lo sono di più le menzogne di Stato però perché le bugie sono il terreno fertile su cui la violenza dei più deboli e di chi subisce può attecchire.

Il Testo dell’articolo:

E ci risiamo con gli appelli. Com’è accaduto per il terrorista dei Pac e scrittore Cesare Battisti, condannato all’ergastolo in contumacia per quattro omicidi, anche per il «novellista» Erri De Luca la sinistra europea si mobilita. De Luca, che ieri è stato colto da malore dopo aver terminato di scalare una parete a ridosso della spiaggia di Gaeta, è accusato di istigazione a delinquere ed è sotto processo a Torino. I pm Parodi e Rinaudo hanno puntato l’indice contro alcune sue dichiarazioni, frasi pronunciate nel settembre 3013: «La Tav va sabotata – ha detto l’intellettuale sessantaquattrenne ed ex militante di Lotta Continua – Si può sabotare un’opera inutile e nociva, che distruggerà acqua, aria, suolo di quella valle. Si tratta di un necessario sabotaggio e di una necessaria ostruzione». Per i due pubblici ministeri, in seguito a queste dichiarazioni sarebbero aumentate le violenze nei cantieri dell’Alta Velocità. Certo, questo nesso va dimostrato e i magistrati lo dovranno fare in aula. Anche se, il 16 marzo scorso, il direttore della società italo-francese che sta realizzando la grande opera, Maurizio Bufalini (minacciato di morte e costretto a vivere sotto scorta da un anno), ha spiegato che gli attacchi hanno fatto lievitare di 20 milioni di euro le spese per la sicurezza.

E già questo è un danno. Per tutti, o almeno per chi paga le tasse. Ma torniamo agli appelli. «Gli autori, possono essere francesi o italiani o di qualsiasi nazionalità, non devono essere perseguiti per i loro testi», ha risposto il presidente francese Francois Hollande a chi gli chiedeva la sua opinione sul caso dopo le pressioni del comitato di sostegno allo scrittore italiano. «Liberté pour Erri De Luca», è la richiesta di un gruppo di intellettuali d’Oltralpe pubblicata su «Liberation» il primo marzo. Una richiesta grottesca, visto che lo scrittore è libero come un fringuello e scala le montagne come un giovane alpinista (al quale rivolgiamo auguri di pronta guarigione, perché l’odio non fa parte della nostra cultura). Nel documento si chiede anche alla società «TELT» (che sta per Tunnel Euroalpino Lione Torino) di ritirare la denuncia. Non solo. Contro il processo si sono schierati 300 fra intellettuali, politici, intellettuali, artisti. Tra loro, Fred Vargas, la giallista che aveva guidato la protesta pro-Battisti, Salman Rushdie, Paul Auster, Carlo Feltrinelli, il più importante editore francese, Antoine Gallimard, l’ex ministra della cultura Aurélie Filippetti, i narratori Antonio Munez Molina e Rosa Montero. Molti non entrano nel merito delle accuse, che potrebberpo costare a De Luca una condanna a 5 anni, ma spiegano di voler difendere la libertà di espressione. Per carità: chi potrebbe essere contrario. Ma, come diceva Nanni Moretti, «le parole sono importanti»: chi parla male, pensa male e, chi pensa male, agisce male. Non sono bastati i cattivi maestri degli Anni di Piombo? Abbiamo già dimenticato quale fu l’effetto perverso dei loro «insegnamenti»? Non bastano i feriti, anche gravi, fra le forze dell’ordine che presidiano i cantieri Tav? La libertà di esprimersi non dovrebbe avere dei limiti se può avere conseguenze nefaste, se il risultato sono violenze e sangue? E gli appelli sottoscritti per solidarietà ideologica non rischiano di trasformarsi in altrettanti autogol? Sono domande che giriamo ai lettori. Una cosa è certa: di quelle parole, di quell’invito al sabotaggio l’Italia e gli italiani non ne avevano bisogno. Neanche un po’.

Marzio Laghi    http://www.iltempo.it/cronache/2015/03/23/tutti-solidali-col-sabotatore-de-luca-1.1394435