
di Ilaria Sommaruga.
Sulla base delle testimonianze raccolte, l’UNHCR sembra avere un ruolo nella trasmissione dell’informativa ai migranti in arrivo sulle isole greche (o per lo meno così sembra che fosse prima del 20 marzo di quest’anno), anche se nessuno è riuscito a darci certezza assoluta di questo. L’agenzia è inoltre presente nei campi visitati in modo discontinuo, con un ruolo non ben chiaro.
Ne è uscita l’immagine di un UNHCR sottodimensionato rispetto alle esigenze reali, con un team (di base a Salionicco) ad oggi di 12 persone di cui 4 della protection unit. Alla data del nostro sopralluogo non si era ancora dotato di un interprete (fino ad oggi sfruttavano qualcuno che comprendeva l’inglese all’interno del campo). Prima erano presenti solo ad Atene e Salonicco, ora hanno anche una base a Ioannina.
A Katsika l’UNHCR è presente da un paio di settimane ma non in forma stabile. Molte persone riconoscono la pettorina azzurra dell’Alto commissariato per i rifugiati perché hanno visto gli operatori sulle isole e perché molte delle loro tende riportano il suo logo, ma pochi li hanno visti nel campo di Katsika e ancor meno sanno quale sia il loro ruolo lì. Nel giorno della nostra visita abbiamo incontrato un membro dell’UNHCR che stava cercando di rintracciare eventuali minori non accompagnati (ahimè senza però neppure l’ausilio di un traduttore o mediatore).
A Doliana si è recata alcune volte al campo promettendo costantemente di ritornare per raccogliere la loro domanda di protezione, ma il fatto di non mantenere la promessa così come l’incapacità di rispondere a qualsiasi domanda da parte dei migranti riduce fortemente il suo ruolo e la fiducia delle persone verso quest’agenzia.
Allo stesso modo, anche a Konitsa l’UNHCR si è fatta vedere solo poche volte.
Il ruolo di EASO ci appare del tutto sconosciuto, essendo completamente assente dai campi che abbiamo.
(I.S. 25.07.16)