Immigrazione: l’accesso all’assistenza legale

Procedimenti nebulosi e contraddittori per ottenere giustizia da parte dei richiedenti asilo. I ricorsi devono essere presentati alle stesse agenzie che hanno respinto le domande. Una violazione dei diritti umani.

di Ilaria Sommaruga.

Nei campi profughi presenti nell’entro terra greco l’assistenza legale è del tutto insufficiente. Vengono date sommarie indicazioni riguardo le procedure ma non vengono date informazioni sulla possibilità di poter fare ricorso avverso le decisioni dell’Asylum office. Ci è stato riferito da una rappresentante di UNHCR che chiunque avrà diritto a proporre ricorso all’Asylum Service ma nulla di concreto rispetto all’accesso al gratuito patrocino a spese della Stato.

Secondo quanto riportatoci da un’avvocatessa greca chiunque potrà accedervi ma non è stata in grado di fornirci spiegazioni sulla procedura, i criteri di esclusione e sulle tempistiche. L’unica certezza dataci riguarda l’organo contro cui si fa ricorso, l’Asylum Service. Il che è un controsenso e lede il diritto di difesa legale delle persone, in quanto la procedura prevede sì che si possa fare ricorso avverso la decisione dell’Asylum service, ma il ricorso deve essere presentato allo stesso organo che ha emesso il provvedimento contro cui si propone ricorso.

Non esiste, nel caso dei richiedenti asilo, un organo diverso, come per esempio il Tribunale civile, che possa garantire il diritto alla difesa. Fare ricorso allo stesso organo che ha emesso un rigetto è del tutto un contro senso. Esiste la possibilità di fare appello, ma attualmente è sempre davanti all’Asylum service. Secondo quanto riportato da un avvocato greco e membro di UNHCR si sta prevedendo una nuova procedura in appello che dovrebbe fare in modo che vi sia un giudice e non più lo stesso Asylum office.

In attuazione degli obblighi imposti dagli artt. 6 e 7 del Trattato di Lisbona, il Programma di Stoccolma, il libero accesso alla giustizia per ogni individuo, senza riguardo per lo status sociale o la posizione economica, è uno dei principali pilastri dello Stato di diritto, e baluardo di democrazia e civiltà. Affinché il diritto di accesso alla giustizia sia effettivo e non rimanga vuota formula di stile, è necessario che, allorquando una persona non ha sufficienti mezzi economici, siano garantiti idonei aiuti finanziari per assicurarle l’esercizio concreto di tale diritto. La Convenzione europea dei diritti dell’uomo proclama il diritto all’accesso alla giustizia quale diritto fondamentale e presupposto indefettibile per un processo equo.

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha più volte ribadito la necessità che tale diritto sia effettivo e concreto: “La Corte ricorda che lo scopo della convenzione consiste nel proteggere diritti non teorici o illusori, ma concreti ed effettivi; l’osservazione vale specialmente per quelli della difesa considerando il ruolo eminente che il diritto ad un processo equo, da cui derivano, svolge in una società democratica”.

(I.S. 09.08.16)

Immigrazione: l’accesso all’assistenza legale

Procedimenti nebulosi e contraddittori per ottenere giustizia da parte dei richiedenti asilo. I ricorsi devono essere presentati alle stesse agenzie che hanno respinto le domande. Una violazione dei diritti umani.

di Ilaria Sommaruga.

Nei campi profughi presenti nell’entro terra greco l’assistenza legale è del tutto insufficiente. Vengono date sommarie indicazioni riguardo le procedure ma non vengono date informazioni sulla possibilità di poter fare ricorso avverso le decisioni dell’Asylum office. Ci è stato riferito da una rappresentante di UNHCR che chiunque avrà diritto a proporre ricorso all’Asylum Service ma nulla di concreto rispetto all’accesso al gratuito patrocino a spese della Stato.

Secondo quanto riportatoci da un’avvocatessa greca chiunque potrà accedervi ma non è stata in grado di fornirci spiegazioni sulla procedura, i criteri di esclusione e sulle tempistiche. L’unica certezza dataci riguarda l’organo contro cui si fa ricorso, l’Asylum Service. Il che è un controsenso e lede il diritto di difesa legale delle persone, in quanto la procedura prevede sì che si possa fare ricorso avverso la decisione dell’Asylum service, ma il ricorso deve essere presentato allo stesso organo che ha emesso il provvedimento contro cui si propone ricorso.

Non esiste, nel caso dei richiedenti asilo, un organo diverso, come per esempio il Tribunale civile, che possa garantire il diritto alla difesa. Fare ricorso allo stesso organo che ha emesso un rigetto è del tutto un contro senso. Esiste la possibilità di fare appello, ma attualmente è sempre davanti all’Asylum service. Secondo quanto riportato da un avvocato greco e membro di UNHCR si sta prevedendo una nuova procedura in appello che dovrebbe fare in modo che vi sia un giudice e non più lo stesso Asylum office.

In attuazione degli obblighi imposti dagli artt. 6 e 7 del Trattato di Lisbona, il Programma di Stoccolma, il libero accesso alla giustizia per ogni individuo, senza riguardo per lo status sociale o la posizione economica, è uno dei principali pilastri dello Stato di diritto, e baluardo di democrazia e civiltà. Affinché il diritto di accesso alla giustizia sia effettivo e non rimanga vuota formula di stile, è necessario che, allorquando una persona non ha sufficienti mezzi economici, siano garantiti idonei aiuti finanziari per assicurarle l’esercizio concreto di tale diritto. La Convenzione europea dei diritti dell’uomo proclama il diritto all’accesso alla giustizia quale diritto fondamentale e presupposto indefettibile per un processo equo.

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha più volte ribadito la necessità che tale diritto sia effettivo e concreto: “La Corte ricorda che lo scopo della convenzione consiste nel proteggere diritti non teorici o illusori, ma concreti ed effettivi; l’osservazione vale specialmente per quelli della difesa considerando il ruolo eminente che il diritto ad un processo equo, da cui derivano, svolge in una società democratica”.

(I.S. 09.08.16)