
di Redazione – testo anonimo pubblicato su FB.
Dopo aver sperculato congiuntivi e geografia, sconfitto la povertà e il male tutto, estratto la tessera dalla teca come un Lancillotto di questa fava, ma soprattutto dopo aver moltiplicato i voti della Lega che nemmeno Cristo coi pani e coi pesci, dopo averci mentito come e più degli altri, frantumato la coerenza, e sputtanato il rispetto per gli elettori in nome del proprio nobile culo e di quello degli altri sodali miracolati come lui, Giggino reinventa la matematica.
E questo atto finale, il Mandato Zero, questa immane cagata che solo una mente annebbiata da pavidità e sete di potere poteva partorire, dimostra ancora più di tutti gli altri la considerazione e il rispetto che il nostro eroe ha nei confronti nostri e del nostro voto, proponendoci una pantomima alla Sarchiapone che nemmeno gli autori di Crozza avrebbero potuto scrivere. Ma lì c’era Walter Chiari, un grande del Teatro, ed erano alchimie perfette. Si rideva di gusto.
Qui no, cazzo! Non c’è una sega da ridere. Qui è gioco delle tre carte, presa per il culo, unghie che stridono sugli specchi per conservare il posto da sedere.
Diversi mesi fa, quando già si capiva cosa sarebbe successo, ho invitato Di Maio a togliersi dalle palle, e senza nemmeno passare dal via. Era una provocazione, io sono solo un orso malconcio contro una moltitudine di jene e avvoltoi famelici, ed era chiaro che il richiamo del Potere sarebbe stato più forte delle mie cazzate. Purtroppo però gli errori hanno delle conseguenze e in nome di quel Potere a tutti i costi si è bruciato, da allora, tutto quello di buono che il Movimento aveva promesso e che avrebbe potuto fare. Nessuna strategia, nessun’altra voce che si alzasse a dire che si stavano acciaccando delle merde, con il solo bobosette Di Battista confuso e perso fra l’impegno concreto e le code di rondine.
Non mi piace dire queste cose, è doloroso, ci ho creduto in questi ragazzi. Ma non l’hanno fatto loro, di crederci, e si sono persi diventando come tutti gli altri politici del cazzo. Hanno smarrito la passione, e la Passione è tutto, e le competenze per compensare non le hanno mai avute. Sono diventati come gli altri. Peggio, degli altri, perché hanno tradito. Chi vota gli altri sa cosa sceglie: furbetti, arruffoni, intrallazzatori, capipopolo sbruffoni in cerca di gloria, fascistelli un po’ razzisti, ma gli va bene così. E’ quello che vogliono.
L’Italia è questo. E’ questa.
Chi votava 5S aveva delle aspettative, delle esigenze, riteneva il proprio voto una scelta importante e pretendeva che chi lo avesse ricevuto in dono dovesse dimostrare di esserne degno. Pretendeva coerenza, non gli importava di vincere a tutti i costi. Che venisse, come me, da sinistra, o da altri percorsi, aveva fatto scelte difficili, anche dolorose. E aveva la forte consapevolezza che indietro non si sarebbe tornati e che questa fosse l’unica scelta possibile. L’ultima, prima di appendere la scheda al chiodo.
Chi votava 5S chiedeva il coraggio e la forza di provarci.
E invece.
Non mi piace dire certe cose, e nemmeno vorrei parlar male di questi ragazzi, a parte la Castelli, Casalino, Sibilia e qualche altro per i quali potrei vergare un’ode aulica di altissimo livello, ma allora dovrei non parlare affatto. E il rispetto e la lealtà che vi devo e che devo a me stesso mi impongono di dire quello che penso. Giusto o sbagliato è poco importante. Anzi, spero per voi di dire cose del tutto sbagliate, e spero di esserlo io, sbagliato.
Adesso rimane, forte, la consapevolezza che non c’è da fare nessun’altra scelta. Non a destra, nemmeno morto, ma nemmeno a sinistra, e ogni volta che la chiamo così mi si muove il calcolo e mi partono bestemmie che gli dei chiudono gli angeli nelle nuvole come si fa coi bambini quando si fanno rientrare in casa perché arriva il temporale.
E non da Salvini, cazzo! Il solo Matteo peggio di quell’altro, e non era facile trovarne uno così.
Io ho altri Capitani, e un solo Eroe.
Un mio Amico (lascia che ti chiami così, Giorgio) diceva che “un uomo solo è sempre in buona compagnia”.
Figuriamoci un orso.