IL Grande Cortile con Pagliassotti e Aime

La nuova stagione del Grande Cortile No Tav si apre con un incontro con Maurizio Pagliassotti e Marco Aime affrontando temi scottanti

di Claudio Giorno.

Debutto col botto per l’edizione 2019, 2020 de IL GRANDE CORTILE NO TAV: per partecipazione, qualità del tema, bravura degli invitati e ricchezza del dibattito: partirei da quest’ultimo per un breve racconto di una serata che non ha nascosto la polvere sotto il tappeto e non solo perché nella bella cornice della “biblioteca Primo Levi” di Avigliana non c’è traccia di polvere sui tantissimi libri ordinati negli scaffali, ma perché né tra gli oratori, né tra gli intervenuti c’é stata la benché minima volontà di contrapporre il “nostro buonismo” con l’”altrui razzismo”.

Maurizio Pagliassotti, autore di Ancora dodici chilometri ci è andato giù duro fin dalle sue prime parole “io nei bar dove ho trascorso davvero tanto tempo mentre annotavo appunti per le pagine del libro ho rivisto mio padre e mia madre, morti ormai da molti anni, ma incattiviti dalla deriva che han preso le cose…”; e con Marco Aime, il grande antropologo che l’Africa – in special modo quella francofona – l’ha vissuta, a togliere ogni “speranza” a chi si illude di poter fermare il flusso migratorio impedendo gli sbarchi: “il canale TV più seguito? Antenne 2; che manda in onda gli stessi format che entrano in tutte le case europee: gente sempre sorridente che se risponde bene a due domandine porta a casa in una serata 50mila euro in gettoni d’oro: provate a spiegare a un ragazzo di 17anni che il vecchio continente non è la terra dell’abbondanza, provate a fermarli spaventandoli col rischio di morire in Mediterraneo quando le possibilità di affogare in mare sono statisticamente le stesse di essere uccisi da una epidemia restando nel proprio villaggio…”.

Ragionamenti ripresi da Carla Mattioli che da sindaca aprì la stagione di accoglienza di Avigliana, e che in Mali c’è stata molte volte sin dalle prime campagne della REte dei COmuni SOlidali, veicolate da Chiara Sasso; che – nel suo intervento – ha ricordato all’autore i punti di informazione e di accoglienza che i Municipi di Bardonecchia e Oulx, in collaborazione con la Prefettura, hanno allestito nei pressi delle stazioni di confine; spazi (peraltro violati dai doganieri di Macron) dove – con l’aiuto di mediatori culturali e di un team di legali volontari – i migranti vengono informati su opportunità e rischi di sconfinamento tra neve, ghiaccio, guardie paramilitari e gendarmeria francese; con questi ultimi disposti a disperdere nottetempo donne (incinte) e bambini tra boschi e dirupi pur di non prenderli in carico nella Dolcefrancia

E c’è stato spazio anche per l’articolata polemica di alcuni giovani di “Chèz Jesus” – il sotto-chiesa occupato per mesi a Claviere, ultima tappa verso l’agognata Francia libera, uguale e fraterna… Già, che strano che giovani di paesi dove da generazioni si è imposta la lingua, la moneta e i prodotti d’oltralpe (dagli alimentari ai manifatturieri) ci vogliano andare a tutti i costi, magari per ricongiungersi ai parenti…

Strano davvero, invece, che Donangelo – prete di confine – sia arrivato fino a chiudere il riscaldamento, a rivolgersi alle forze dell’ordine per liberarsi della comunità improvvisata, eterogenea quanto solidale, di ogni età e credo, che a rischio di vita, respingimenti, denunce, trovava in quel disadorno seminterrato in calcestruzzo, conforto, tepore umano e fisico, un pasto caldo, una giacca a vento e un paio di scarponi per dare alla traversata nella neve di nessuno qualche chance di successo o almeno qualche possibilità in meno di congelamento.

I ragazzi sono scesi ad Avigliana per portare anche fuori dai social il disappunto per il modo in cui l’autore avrebbe narrato – senza coinvolgerli – la “loro storia” e per rivendicare la loro “filosofia dell’accompagnamento” contrapposta a quella di chi – sia pure con “buoni consigli” e “a fin di bene” finisce per affievolirne la determinazione.

Pagliassotti non si è sottratto alle critiche, anche aspre, ed ha difeso con passione la scelta dell’”io narrante” e la capacità del suo lavoro di parlare soprattutto a chi si tiene prudentemente a distanza da questi temi.

TUTTI I LIBRI DI MAURIZIO PAGLIASSOTTI

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TUTTI I LIBRI DI MARCO AIME