Una serata di cui fare tesoro, per quanto si è ascoltato dalla voce di uno dei coraggiosi testimoni della Chiesa, don Albino Bizzotto, intervenuto alla serata dello scorso giovedi 21 novembre al Salone Don Bunino di Bussoleno e organizzata dal Grande Cortile in collaborazione con il Gruppo Cattolici per la Vita della Valle. Un incontro questo per parlare delle grandi opere in Veneto, sulle quali chiedersi se il territorio in definitiva è a servizio dei soldi oppure della vita.
Presidente dell’Associazione “Beati costruttori di pace”, don Bizzotto è comparso sulle prime pagine dei giornali lo scorso agosto, quando decise di iniziare, a Padova, nel camper ubicato nel cortile dell’associazione, un digiuno, per chiedere ai politici di ripensare al progetto dell’alta velocità ferroviaria in Veneto, mettendo in modo più ragionevole le risorse a favore della realizzazione di tante piccole opere indispensabili. E questo ha suscitato in molte persone, oltre all’interesse per la specifica questione, anche un profondo senso di responsabilità verso il futuro della terra.
“Non è il primo digiuno che ho intrapreso, un precedente lo avevo fatto per la base del Dal Molin, quando furono collocati i pali di venti metri di profondità, posti sopra alla più grande ricarica d’acqua d’Europa… questa volta sono partito con il digiuno ad agosto, mi pareva un momento favorevole per dare risalto alla cosa, nei giorni in cui anche i giornalisti sono a corto di notizie… a questa iniziativa si sono unite tante persone… ma cosa ho voluto esprimere con il digiuno? Intanto il problema che lo ha reso necessario è talmente reale che tocca la vita essenziale delle persone… si tratta di decidere di rinunciare a una grande opera come quella dell’alta velocità in Veneto a favore di tante utilissime piccole… Il digiuno provoca una grande debolezza fisica e allora si ha un grandissimo bisogno degli altri e questa diventa una grande energia comune… oltre al digiuno avevo cercato di suscitare un coordinamento fra i vari comitati, luoghi privilegiati dove ci sono persone che studiano i problemi, vanno a fondo delle questioni, mettono a disposizione varie competenze, gratuitamente. E questo in contrapposizione a una classe politica necrofila, che vuole le grandi opere non per il bene comune ma per soddisfare le lobby che vogliono mettere in sicurezza i propri soldi… Hanno miliardi a disposizione per distruggere il territorio e non hanno denaro per le necessità di tutti… Eppure ci sono questioni che non si possono rimandare nel modo più assoluto: la Terra non ce la fa più, la Terra brucia, fa fatica a respirare, lo scorso 20 agosto sono finite le risorse che dovrebbero servire per tutto l’anno… Eppure andiamo avanti senza porci problemi, segnando ormai un punto di non ritorno a causa dell’uso dei combustibili fossili e della deforestazione…
La Terra non è una cosa ma un organismo vivente, possiede gli elementi della vita per tutti gli esseri viventi compresi i nostri. La Terra ha una sua natura, un suo linguaggio, una sua grammatica, è nostra madre e va amata, coltivata e rispettata. Noi la Terra l’abbiamo trovata, ci è stata consegnata, dobbiamo prenderne cura… Ma per troppi lei rappresenta una questione per far soldi e invece in questo modo è in ballo la vita… Si parla di crescita. Ma per che cosa, per chi? Non c’è più possibilità di crescita… noi la Terra la vogliamo distruggere e lei ci racconta della sua sofferenza anche attraverso i cambiamenti climatici… Inquinamento e cementificazione: nel Veneto negli ultimi vent’anni sono andati distrutti ogni giorno 38 ettari di terreno fertile, 98 campi padovani al giorno. Questa regione è piena di cave, sopra la grande riserva d’acqua potabile… ma il digiuno, fatto proprio da moltissime persone in questi mesi in Veneto, ha fatto il miracolo, ha creato un nuovo sguardo tra la gente, ben consapevole, a differenza dei politici asserviti alla morte, che la Terra è di tutti e ha iniziato a cercare di capire a fondo i progetti che si vorrebbero realizzare, chiusi nei tanti cassetti… il digiuno, la non violenza sono una risposta di vita anche quando sai che ti “fregano”, sono ricerca di una dose di umanità in più. Come credente dico che Dio è terra, roccia, natura, qui è tutto relazione, non c’è un paradiso isolato dalla Terra, Dio non ha un cielo per conto suo… Tra i preti, in maggioranza, queste tematiche legate alla salvaguardia della Terra vengono precisate, appassionano, vengono riconosciute come reali, anche se tutto ciò non fa ancora parte della pastorale, si è in ritardo, ma noto il cambiamento, mentre i laici sono sempre più coscienti e fanno nascere sempre nuove forme di contaminazione… Ai ragazzi, invece di un computer, io affiderei un orto da coltivare… Sono grato, lo siamo tutti a voi popolo del No Tav, per quello che fate, per quello che rappresentate… niente va perduto. Io ho già vinto dentro di me se lotto per il cambiamento e non sono più schiavo dei soldi”. Questi alcuni dei passi dell’intervento di don Albino Bizzotto, sul palco con Paolo Anselmo dei Cattolici per la Vita della Valle, che ha saputo con attenzione e amicizia condurre la serata.
Una serata terminata con un fragoroso “A sarà dura!” e con l’invito a partecipare alla manifestazione che da tutto il Veneto si è data appuntamento a Venezia per il prossimo sabato 30 novembre, davanti al Palazzo della Regione. Per sottolineare il no alle grandi opere, il no alle alchimie della guerra e il sì alla pace e alla solidarietà.
Gabriella Tittonel
22 novembre 2013