I migranti sacrificati sull’altare della flessibilità

Prima la Emma Bonino, poi Valeria Fedeli, oramai è una certezza: la partita sporca giocata da Renzi in Europa sulla pelle dei migranti per avere flessibilità sullo sforamento del deficit.

di Davide Amerio.

Ora è ufficiale, e non più negabile. Dopo la confessione della Emma Bonino, per conto di “quel che resta dei radicali”, ora anche la ex ministra Valeria Fedeli vuota il sacco. Il governo di Matteo Renzi ha ottenuto la flessibilità per lo sforamento del deficit italiano, concordando con Bruxelles un baratto sulla pelle dei migranti. L’Italia si è impegnata a recepire i flussi migratori al posto degli altri paesi europei.

Lo spiega nel dettaglio il giornalista Gigi Moncalvo in un video, presente in rete, ricordando, inoltre, che Renzi avendo la possibilità di designare un commissario europeo, scelse la Mogherini per l’immigrazione, anziché ruoli più importanti e strategici, e lei fu regolarmente snobbata dalle riunioni intergovernativa che discutevano dell’argomento.

Questo gravissimo fatto comporta una serie di implicazioni non indifferenti, che riguardano la situazione politica attuale e come essa si è sviluppata negli ultimi mesi, da quando ha preso corpo l’anomalo governo bicolore giallo verde. 

Le responsabilità del governo di centrosinistra.

Renzi, e il centrosinistra, sono i responsabili dell’immigrazione selvaggia che ha coinvolto l’Italia creando, di conseguenza, malumori e forme di intolleranza nel confronto degli immigrati; con tanti saluti ai processi salubri di integrazione
Renzi & C. Sono i principali responsabili dell’ascesa verticale di Salvini, grazie al mancato governo dei flussi migratori, alla pioggia di soldi alle cooperative, e ai favori alla criminalità organizzata (mafia capitale docet), e dell’aver trascurato le conseguenze sociali di questo impatto migratorio mal governato. 

Proprio lui, i suoi sodali, insieme agli amici di sempre del centrodestra, sono quelli che oggi accusano il governo di aver ceduto all’Europa facendosi scrivere la manovra economica da  Bruxelles. Anzi la Fedeli, in trasmissione a Tagadà pare sia stata prodiga di consigli su come mercanteggiare con la commissione europea offrendo qualcosa in cambio, come avevano fatto loro con gli immigrati.

Nulla di più falso. C’è stata, chiaramente, una trattativa complessa e un braccio di ferro non indifferente, ma negare qualsiasi merito a questo governo, che non amo particolarmente, è atto puramente strumentale. Come in ogni trattativa bisogna giungere a un compromesso, ed è l’Europa che, chiaramente sempre più fragile, mostra i suoi lati deboli – e piuttosto ipocriti.

I gilet gialli francesi e le burocrazie europee.

La guerriglia del gilet gialli francesi è l’apice del disagio e della crescente intolleranza dei cittadini verso le avulse burocrazie europee. Non ostante in Italia ci sia ancora chi spera in una reazione di pari forza, questo non avverrà mai, perché lo spirito rivoluzionario di piazza non ci appartiene: siamo un popolo con vocazione alla sudditanza, figli di quella “fabbrica dell’obbedienza” di cui bene ha raccontato  Ermanno Rea.

Ma oggi beneficiando di questa lotta politica francese, e di fronte alle concessioni che l’Europa dovrà fare alla Francia per sforare il proprio deficit, anche nei nostri confronti le burocrazie europee hanno dovuto abbozzare; facendo dapprima la voce grossa, per non perdere la faccia, e poi accettando un ragionato sforamento del deficit.

In queste ore un sondaggio di Demopolis sul decreto Anticorruzione ci offre la misura di una maggior sensibilità nel paese in merito ai fenomeni corruttivi: il decreto raccoglie il parere di 2 italiani su 3, e il Daspo raccoglie consensi sino all’80%. Pene e norme più severe per i corrotti, riforma della prescrizione dopo gli anni compiacenti dell’impunità diffusa garantita dal berlusconismo: di cui certamente la Lega porta non poche responsabilità.

Ritorna la questione morale, sul serio?

Una inclinazione che non si manifestava in modo così evidente dai tempi di tangentopoli, dando conferma a quei sentimenti da sempre presenti nel M5S. Ma che segnala, alla Lega di Salvini, come il tempo per le posizioni di comodo si stia esaurendo. Tra questi elettori sensibili alla questione “morale” ce ne saranno anche di quelli transitati da Fi alla Lega. L’ipotesi quindi di smontare questa alleanza di governo, per quanto “atipica”, in favore di un ritorno al centrodestra con l’appoggio della ditta Renzi & C., potrebbe riservare amare sorprese anche a loro.

Il decreto Sicurezza presenta criticità e, sopratutto, non risolve il problema migranti: ci mette solamente una pezza. Chi crede di risolvere la questione con il gioco dei posti “liberi” per gli ingressi, sbaglia di grosso. Il fenomeno è geopolitico, e coinvolge l’area del Mediterraneo. Una politica avveduta se ne dovrebbe far carico giocando un ruolo da leader, ponendo questioni che riguardano il modello di sviluppo dell’Europa e lo sfruttamento sino ad oggi attuato nei confronti del continente Africano. 

 (D.A. 21.12.18)