
di Davide Amerio
Persino Andrea Scanzi apprezzò la battuta di Renzi (Grillo… esci da questo blog!) che l’appena nominato (da chi?) Presidente del Consiglio fece di fronte a Beppe Grillo che gli stava di fronte come un fiume in piena che esonda; fu l’unica occasione di incontro ravvicinato tra un leader costruito in laboratorio (Renzi … per chi avesse difficoltà di comprensione) e uno nato, cresciuto ed emerso dalle pieghe di quella parte di paese che non ne può più, stufa di essere blandita da ciarlatani in giacca e cravatta e con stipendi d’oro.
Il “leader populista” ubbidendo ad una richiesta della base del movimento si incontrò con il “nuovo” Presidente del Consiglio e travasò su di lui almeno una buona parte di quello che molti avrebbero detto nella stessa situazione.
Ora quella battuta passerà alla storia e farà il paio con quella di Fassino: “Grillo fondi un partito suo e poi vediamo chi lo vota…“. Se quelli del PD si mettessero a commerciare funghi saremmo già tutti morti.
Ieri piazza Castello a Torino traboccava di gente convenuta per accogliere il Grillo nazionale, il Movimento 5 Stelle e i candidati che si presentano per le elezioni regionali ed europee. Persone “uscite” dal blog o meglio dalla rete, quelle che si informano, quelle che non accettano più promesse ma guardano alla credibilità come un valore imprescindibile; quelle che hanno seguito nell’ultimo anno il lavoro e la dedizione con cui i parlamentari a cinque stelle hanno operato in Parlamento. Persone che hanno compreso gli errori del movimento ma ne apprezzano l’indiscutibile buona fede e la coerenza con gli impegni assunti con l’elettorato.
Bravi tutti i candidati che di fronte a una marea di gente hanno mantenuto lucidità di pensiero e chiarezza nell’esposizione. Tra di essi i candidati valsusini: Sayn, Girard, Batzella e Frediani.
Il messaggio di Grillo è chiaro: “o noi … o loro“. Non è più tempo di indugi; la situazione precipita ogni giorno. I vincoli imposti dall’Europa sono inaccettabili e l’Euro è una moneta imposta senza chiedere nulla ai cittadini.
È imperativo esserci in Europa, e con forza, per chiedere e non per subire passivamente. Questo è ciò che affermano a gran voce quegli economisti (come il Prof Rinaldi) che dimostrano e documentano come l’attuale UE sia molto lontana dai suoi presupposti fondativi e rappresenti un serio pericolo per tutti i paesi membri.
I 7 punti del programma dei cinque stelle sono la base di partenza. Un inizio diverso che rompe la tradizionale mandata in Europa di personaggi trombati o famosi tanto per occupare delle poltrone a spese del contribuente italiano. In caso di vittoria il 25 maggio pv, i “grillini” assicurano che sarà anche l’inizio di un cambiamento in Italia: chiederanno le dimissioni dell’attuale governo pretendendo -finalmente- delle elezioni.
Renzi è accontentato: il blog ha rotto, ancora una volta, gli “argini” dei confini immaginari della rete e si è riversato nelle piazze. Le immagini valgono più di mille parole e già l’adunata nella stessa piazza un mese fa aveva annunciato questo ennesimo successo.
Cosa accadrà veramente il 25 maggio nessuno lo sa; forse qualcuno si, ma non lo dice e però lo teme.
Indubbiamente c’è una parte di paese che si è messa in moto e fa valere il diritto di vivere in una nazione diversa dove siano i ladri (di soldi e di verità) ad avere la vita difficile e non viceversa. Sorprese ci aspettano all’orizzonte.
D.A. 18.05.14