Grecia referendum e la fine della Troika

Tsipras annuncia il referendum dopo gli ennesimi ricatti da parte della Troika. Ci avviciniamo alla resa dei conti?

di Eriprando Sforza su scenarieconomici.it

Da scenarieconomici.it un articolo sugli sviluppi della vicenda Grecia. Con il referendum ci avviciniamo all’ora X dove sarà chiaro che dall’euro si può – e si deve- uscire?

Alexis Tsipras ha deciso di indire un referendum sulle proposte delle istituzioni (così il premier ellenico vuole che venga chiamata la vecchia Troika) alla Grecia in cambio di nuovi prestiti per 15,5 miliardi di euro che le consentano di evitare la bancarotta per altri cinque mesi, poi si vedrà. Se tutto andrà bene, ovvero non ci sarà un colpo di Stato, il referendum si terrà domenica 5 luglio.

Tsipras non dovrebbe fare la fine di George Papandreou, che il 31 ottobre 2011 propose un’analoga consultazione popolare e pochi giorni dopo fu costretto a dimettersi in seguito a una rivolta interna al suo partito, il Pasok, guidata dall’allora ministro delle FinanzeEvangelos Venizelos. Syriza non è il Pasok: Tsipras avrebbe rischiato una rivolta interna se avesse accettato il diktat della Troika. La proposta di referendum verrà invece approvata con entusiasmo da tutti i suoi parlamentari.

Da come erano andate le lunghe, estenuanti trattative un epilogo del genere sembrava da escludere. Il premier greco sembrava infatti pronto a firmare la resa incondizionata alla Troika. Già la sola accettazione di un avanzo primario si sarebbe tradotta in unproseguimento dell’austerità (e quindi della recessione), rendendo necessari nuovi tagli alla spesa pubblica o un aumento dellapressione fiscale oppure ancora entrambe le cose. Alla fine Tsipras aveva lasciato pochi paletti, sembrava giusto per salvare l’onore e fare trangugiare ai greci il rinnegamento del novanta per cento del programma elettorale.

Non tagliamo le pensioni, aveva detto il premier, e non aumentiamo l’Iva nelle isole più degradate. Allo stesso tempo, aveva però fatto partire, proprio venerdì 26, un piano di aiuti umanitari per 300 mila famiglie greche in gravi difficoltà per fornire loro energia elettrica gratuita, buoni pasto e sussidi per pagare l’affitto. Costo dell’operazione: 200 milioni di euro. Un provvedimento che laTroika ha accolto come una vera e propria provocazione. Niente da fare, la Troika ha voluto la capitolazione totale. Poco importa se la gran parte delle pensioni dei greci si aggirino intorno ai 600 euro al mese, poco importa se spesso con questi soldi i nonni debbano mantenere i figli disoccupati e i nipotini che vanno ancora a scuola. E delle isole messe peggio economicamente, bene,l’aumento dell’Iva può servire a spingere gli abitanti ad abbandonarle, così i privati dell’Europa nel Nord potranno costruirci un bel resort senza poveracci che gironzolino lì intorno.

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