
di Valsusa Report
Sono partiti con la loro opera, attrezzi alla mano, si sono diretti sulla montagna di Giaglione. I visi di persone abituate alla fatica dei terreni alti. La saggezza dei mestieri antichi racchiusa nei corpi solcati dal passare del tempo, sono un gruppo di No Tav attivo nei lavori di rifacimento di manutenzione. Lavori fatti con amore e dedizione per salvare e mantenere il bene più prezioso, la montagna.
Grande opera si dice nel nuovo millennio
Per essere oggi al passo dei tempi si deve usare un linguaggio consono? Anche no, “però fa figo, fa tanto figo” la grande opera in montagna è la montagna quel patrimonio che ti abbraccia ti coccola e ti da da vivere. Una strada centenaria chiamata oggi Strada delle Gallie ed una volta conosciuta come via Francigena. Porta ai vigneti, al bosco, ai castagneti, ai terrazzamenti per le coltivazioni che oggi non ci sono più, le sole a mancare. Per quella strada incontri tutto l’anno i vignaioli e i No Tav che vanno a combattere quell’odiato cantiere. Solo la scorsa settimana i Cattolici per la Vita della Valle hanno portato la Via Crucis fino a quelle reti.
Il sistema antico di riparazione
La saggezza di un tempo con i pochi mezzi a disposizione ha costruito senza gare di appalto, senza bandi di soldi pubblici, senza grossi macchinari e senza l’irruenza dei rumori di cantiere. Una grande opera, appunto un’opera che si misura nella sua semplicità, nella sua utilità, al servizio e per il servizio di molti. Non costa nulla e non si paga un biglietto per utilizzarla. Si misura l’importanza, il bene comune, il necessario. Oggi è rispristinata dopo il duro e lungo inverno di quest’anno e per il durare di tutta l’estate.
V.R. 28.3.18