Giornalismo tossico farcito di OGM

Lectio magistralis di Vandana Shiva l' 11 luglio 2015 al festival dei beni comuni di Chieri. Si parla di Monsanto e di OGM.

di Claudio Giorno.

Qualche mese fa il giornalista scientifico Michael Specter ha attaccato pesantemente Vandana Shiva sul New Yorker. Ne riferiva a ottobre dello scorso anno su Repubblica Federico Rampini che nell’occasione aveva letto per telefono alla stessa Shiva le pesanti accuse di cui era stata fatta oggetto, a cominciare sulla messa in dubbio dei suoi titoli di studio, poi la denuncia delle condizioni di vita peggiorate dei contadini “costretti” a usare ogm e infine il diritto alla ricerca  degli scienziati pro ogm.. Ecco le sue risposte (dal quotidiano La Repubblica. )
“Specter e l’industria biotecnologica vogliono screditarmi descrivendo me e i milioni di persone contrarie agli Ogm come anti-scientifici, romantici. I miei studi sono una spina nel fianco per loro. Ho preso un Ph. D. (dottorato di ricerca) in Canada, in Filosofia della scienza con una tesi sulla Teoria quantica; e un master in Fisica. La teoria quantica mi ha insegnato alcuni principi che ispirano il mio lavoro, ma mi sono spostata da un paradigma meccanicistico a uno ecologico. Potevo continuare i miei studi quantici alla fondazione Tata o proseguire studi interdisciplinari sulle politiche della ricerca scientifica al Politecnico di Bangalore. Ho scelto la seconda strada per approfondire le relazioni tra scienza e società. Ho studiato abbastanza la fisica per impadronirmi dei suoi concetti, ma non mi sono voluta trasformare in una macchina di calcolo. E ho tanta stima degli intellettuali non-scienziati che contribuiscono a mettere in discussione il pensiero scientifico, come Noam Chomsky”.

SONY DSC
Vandana Shiva

“Specter non ha fatto una vera ricognizione sul campo, non si è spinto nella regione cotoniera del Maharashtra. Altrimenti avrebbe saputo di Shankar Raut e Tatyaji Varlu, del villaggio di Varud, suicidi dopo il disastroso raccolto di cotone Bt. E tanti casi come questi. L’argomento che i contadini si suicidano per i debiti, e non per gli Ogm, è specioso. Gli agenti della Monsanto che vendono semenze Ogm, fertilizzanti e pesticidi, sono gli stessi che fanno il credito. Il contadino prima si indebita per le semenze di cotone, poi scopre di dover comprare più fertilizzanti e pesticidi e s’indebita ancora. Il bacillo del cotone Bt perde efficacia, le dosi di pesticidi aumentano, i debiti pure. È questo ciclo di alti costi, escalation nei prodotti chimici, la trappola del debito che spinge al suicidio”.

“Prima che arrivasse la Monsanto le semenze locali di cotone costavano da 5 a 10 rupie il chilo. Il monopolio costruito dalla Monsanto ha fatto salire i prezzi a 3.555 rupie il chilo di cui 1.200 sono royalties. Laddove la Monsanto ha dovuto ridurre i prezzi, per esempio nell’Andra Pradesh, è successo grazie alle nostre pressioni sull’antitrust locale. Anche la legge del 2001 non nasce per caso, io ero stata designata tra gli esperti del ministero dell’Agricoltura. Ma la lotta non finisce mai. Pensi che in questo momento la Pepsi Cola sta penetrando nel business delle mense scolastiche in India. Altro che alimentazione equilibrata, chilometro zero. Un colosso americano del junk-food vuole decidere cosa mangiano i bambini indiani. È in pericolo la nostra sovranità alimentare. Dietro le campagne ideologiche come questo articolo del New Yorker s’intravede un altro obiettivo. Monsanto vuole conquistare l’Africa. Perciò devono diffondere il mito che i loro Ogm hanno reso ricchi i contadini indiani”.

SONY DSC
Vandana Shiva

“Il principio fondamentale che ci muove è questo: l’idea che il diritto su un seme sia proprietà privata, è inaccettabile. Non si deve poter brevettare e privatizzare una pianta (o addirittura generazioni di piante) così come non si deve poterlo fare con la vita umana. L’America difende delle forme estreme di proprietà privata attraverso i brevetti. Non sono contraria alla ricerca. L’importante è che gli scienziati distinguano i ruoli. Chi fa ricerca in laboratorio non deve poi essere coinvolto nella commercializzazione di un prodotto. Uno scienziato puro non deve trasformarsi in venditore globale di sementi brevettate. La Monsanto non persegue il progresso scientifico, altrimenti non sarebbe contraria alla trasparenza. Guardi, nonostante le loro campagne perfino in America l’opinione pubblica vuol essere informata, chiede l’etichettatura degli Ogm. E Monsanto che fa? Trascina in tribunale lo Stato del Vermont per bloccare l’obbligo delle etichette trasparenti. Anche l’Europa è minacciata, dentro il nuovo trattato di libero scambio che state negoziando con gli Usa ci sono attacchi al vostro principio di precauzione”.

Molte di queste cose e molto di più sono state il tema della lectio magistralis di Vandana Shiva di ieri 11 luglio 2015 al festival dei benui comuni di Chieri.

(C.G. 12.07.15)