Germania: la locomotiva frena violando gli accordi sui surplus commerciali

I parametri europei continuano a dimostrare la loro fallacia. Ora è il turno della Germania che con il suo surplus sulle esportazioni rischia di diventare zavorra anziché locomotiva.

di Davide Amerio

La Germania sempre pronta a bacchettare gli altri paesi che non si attengono ai regolamenti e ai parametri europei è anch’essa deficitaria nel rispetto degli stessi al punto che qualcuno inizia (finalmente!) a considerarla un vero (il vero!) pericolo per l’Unione Europea.

Se ne rende conto il Centro Studi di Confindustria che da tempo tiene sotto osservazione il comportamento della Germania per quanto riguarda la bilancia commerciale (ovvero la differenza tra quanto un paese importa e quanto esporta). Secondo i parametri europei questo saldo, quando è positivo (il paese esporta verso l’estero di più di quanto importa), non deve superare il 6% nella media degli ultimi 3 anni. La Germania ha sfondato questo parametro negli ultimi 8 anni.  Anche quest’ultimo del 6% è nato per “equilibrare” gli scambi commerciali tra i paesi che appartengono ad una stessa area valutaria (come nel caso dell’Europa e della sua valuta comune Euro). La questione degli equilibri interni all’area valutaria è il tallone d’Achille di tutto l’impianto europeo. Teoricamente i parametri dovrebbero garantire un rapporto “equilibrato” tra le varie economie conducendo a un maggior benessere per tutti. Se ci sono squilibri (alcuni paesi sono forti e altri deboli) si creano quelli che si chiamano Shock Asimmetrici tra i paesi, e quelli più ricchi accrescono il loro benessere mentre quelli più deboli peggiorano la loro situazione sino a quando l’intero sistema non regge più.

La preoccupazione del surplus della Germania riguarda proprio questa forza “eccessiva” che acquisisce il paese che esporta “troppo” all’interno dell’area valutaria comune rafforzando la propria economia a discapito delle altre. Di fatto questa non è una novità da molto tempo. Qualsiasi diagramma analitico che registri i dati economici dalla nascita dell’Euro dimostra che la Germania è cresciuta a discapito delle altre economie mentre la situazione ante euro era ben diversa.

Già nel 2013 la Commissione Europea è intervenuta per richiedere alla Germania la correzione di questo “surplus” sulle esportazioni che viola quanto stabilito dagli accordi. Ma nulla di fatto è accaduto. Il pericolo, come segnala anche il Centro Studi di Confindustria, è che l’economia tedesca si trasformi da “locomotiva” trainante in zavorra per l’intera euro zona sino a comprometterne l’esistenza. Oggi sono gli Stati Uniti, in realtà, una delle locomotive che trainano l’economia mondiale avendo la bilancia dei pagamenti in deficit e consentendo quindi agli altri paesi di esportare negli USA.

D.A. 20.01.15