Genoma umano un team italiano crea il chip per mapparlo

Avviato lo studio di fattibilità per il programma di sequenziamento del genoma umano tumorale. L’obiettivo è mettere a punto un “oncochip” in grado di mappare il Dna tumorale e definire terapie su misura, più efficaci e sicure

Avviato lo studio di fattibilità per il programma di sequenziamento del genoma umano tumorale. L’obiettivo è mettere a punto un “oncochip” in grado di mappare il Dna tumorale e definire terapie su misura, più efficaci e sicure

Un “oncochip” che renda possibile il sequenziamento del genoma umano tumorale per mappare la malattia e rendere possibile la scelta delle terapie migliori.

È la strada avviata negli IRCCS associati ad Alleanza Contro il Cancro, la più grande rete di ricerca oncologica italiana fondata dal Ministero della Salute,e all’ospedale Cannizzaro di Catania.

 Scopriamo insieme di che cosa si tratta.
 
 Sequenziamento del genoma umano tumorale: il progetto

Il progetto, dal nome “ACC Genomics”, è stato presentato a giugno dello scorso anno a Roma, presso l’Auditorium del Ministero della Salute, dal Presidente di ACC, Ruggero De Maria.

Si tratta di un rivoluzionario programma di oncogenomica per il sequenziamento del genoma umano tumorale finanziato e realizzato dal Ministero della Salute tramite l’Alleanza Contro il Cancro.

Al via lo studio di fattibilità

Lo scorso 21 febbraio è stato avviato lo studio di fattibilità del progetto. Il sequenziamento del genoma umano tumorale partirà su un campione di mille pazienti affetti da carcinoma polmonare in stadio avanzato.

«Abbiamo iniziato dal tumore del polmone perché rappresenta la prima causa di morte tra le neoplasie con 40 mila nuovi casi ogni anno», spiega De Maria.

Come funziona il sequenziamento del genoma umano

L’attività del team di ricerca è coordinata da Vanesa Gregorc, segretario del Working Group Polmone di ACC e responsabile dell’oncologia toracica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

Alla base, l’utilizzo dell’oncochip creato da ACC Genomics che consente attraverso un’ampia profilazione molecolare, di individuare con precisione e rapidità le alterazioni genetiche del tumore.

Questo potrebbe permettere di curare meglio i pazienti.

«Le ricadute di questo processo diagnostico, sostenuto dal Ministero della Salute tramite gli IRCCS, sono significative perché riguardano sia il singolo, attorno al quale sarà perfezionata una terapia individuale, sia i pazienti in senso generale, che potranno così approfondire un’eventuale loro candidatura per i trials sperimentali», afferma Gregorc.

Quali sono i programmi futuri

I primi mille malati oggetto dello studio sono stati “arruolati” oltre che al San Raffaele di Milano, a Meldola (Irccs Irst), San Giovanni Rotondo (Irccs Casa Sollievo della sofferenza), Bari (Irccs Giovanni Paolo II), Roma (Irccs Regina Elena) e Catania (ospedale Cannizzaro). Presto il progetto si estenderà agli altri Irccs inseriti nelle attività del Wg Polmone.

Per il momento, lo studio interesserà solamente pazienti affetti da carcinoma polmonare in stadio avanzato. Nel 2018, una volta validata la piattaforma di sequenziamento del genoma umano tumorale, lo screening sarà esteso ad altri tipi di tumori con l’utilizzo di un ulteriore, nuovo approccio in cui è programmata la concomitante analisi dei geni ereditari.

L’obiettivo è arrivare a coprire l’intero territorio nazionale

“tramite le reti regionali e in collaborazione con le società scientifiche”.

«Ci stiamo muovendo molto rapidamente – precisa Gregorc – perché lo stato di avanzamento della diagnostica molecolare in Italia sconta ritardi abbastanza importanti, se paragonata a quella di Paesi analoghi al nostro per casistica neoplastica in rapporto alle condizioni di vita medie, come la Francia».

La scienza sta facendo passi da gigante nella ricerca per la diagnosi precoce e il trattamento dei tumori. Oltre all’oncochip, nei giorni scorsi abbiamo parlato della creazione di nanorobot in grado di “far morire di fame” i tumori. Potete approfondire l’argomento al link.