Gas e petrolio. Emendamento “Tempa Rossa”?

Il governo prepara il terreno per trivellare Tempa Rossa

di Enzo Di Salvatore

Il Governo presenta in Commissione Bilancio (Senato) emendamenti allo Sblocca Italia e al decreto semplificazioni del 2012 (da introdurre alla Legge di stabilità 2015). Tutte le autorizzazioni relative alle opere necessarie al trasporto, allo stoccaggio, al trasferimento degli idrocarburi in raffineria, alle opere accessorie, ai terminali costieri e alle infrastrutture portuali strumentali allo sfruttamento delle concessioni esistenti, comprese le opere localizzate al di fuori del perimetro delle concessioni di coltivazione saranno rilasciate dal Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, d’intesa con le Regioni interessate.
Emendamento Tempa RossaContestualmente si modifica l’art. 38 dello Sblocca Italia, prevedendosi ora che il piano delle aree dove consentire le attività relative agli idrocarburi (compreso lo stoccaggio sotterraneo di gas) sia predisposto dal Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell’ambiente. In realtà, non si tratterà di predisporre un PIANO NAZIONALE, ma di predisporre SINGOLI PIANI TERRITORIALI, che riguarderanno specifiche aree del territorio regionale e sui quali occorrerà ottenere l’intesa con la Regione o con le Regioni territorialmente interessate. In questo modo si vanifica il tentativo di dare al problema una risposta di insieme e si torna alla logica di sempre: dal punto di vista formale nessun piano nazionale, dal punto di vista sostanziale sì, posto che lo “spacchettamento” necessariamente sottenderà un piano unico (ma solo nella mente di chi lo preparerà).
L’intesa regionale, tra l’altro, sarà non “forte”, ma “debole”: la Regione dovrà, infatti, esprimersi entro 150 giorni dalla richiesta; in caso di inerzia, il Ministero accorderà alla Regione altri 30 giorni. In caso di ulteriore inerzia da parte della Regione, lo stesso Ministero rimetterà gli atti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che entro i sessanta giorni successivi, provvederà in merito con la partecipazione della Regione interessata. Quel che sembra essere una “vittoria” delle Regioni (e cioè il fatto di pretendere che l’intesa sia data fuori dalla conferenza di servizi, dopo la conclusione del procedimento e prima del rilascio del titolo), rischia di divenire una “vittoria di Pirro“. Il procedimento che metterà capo al rilascio del titolo dovrà, infatti, concludersi entro 180 giorni dal suo avvio, attraverso apposita conferenza di servizi. Questo vuol dire che l’intesa potrebbe essere richiesta (e data) prima che si concluda il procedimento. In questo modo, la Regione potrebbe trovarsi nella condizione di dare l’intesa (entro 150 giorni) senza che sia terminato il procedimento e – come accade tuttora – senza che sia posta nella possibilità materiale di conoscere tutti gli atti. Formalmente la prescrizione costituzionale sulla partecipazione della Regione è salva; nella sostanza potrebbe non esserlo. Tra l’altro, continua a permanere il dubbio di legittimità relativo alla mancata partecipazione degli enti locali alla redazione dei piani.

E.D.S. 14.12.14