Fracking in Cina, gesto ambientale

La Cina in lotta contro l’inquinamento e l’indipendenza energetica. In programma anche il fracking. Specialmente se si possiede la più grande riserva di gas del pianeta.

di Massimo Bonato

Fracking in Cina siamo a un bivio. Da un lato l’inquinamento ormai imperante, dall’altro una sempre maggiore domanda di energia.
Non passa giorno quindi che qualche novità salti fuori, perché la domanda di energia dovuta alla veloce occidentalizzazione e alla veloce industrializzazione va soddisfatta. Ma pure va soddisfatta tenendo sotto controllo quanto più possibile le emissioni, che hanno avuto e hanno un effetto devastante su aria, acqua e suolo del Celeste Impero. Solo nell’ultimo mese gli allarmi per il superamento dei livelli di guardia dell’inquinamento sono risuonati incessantemente a Beijing come in tutte le zone industriali o comunque densamente popolate, raggiungendo limiti anche di venti volte superiori a quelli consigliati dall’Oms. La q38_Cina-inquinamento_21uale peraltro, ha registrato in Cina un aumento del 45% del tumore al polmone negli ultimi dieci anni, come se non bastasse.

Così, seppure si presenti tra i primi la mondo tra i produttori di energie rinnovabili (solare ed eolico), la Cina si è rivolta anche pesantemente al nucleare, ma ha bisogno di gas e petrolio, scrive «MarketWatch».

Un programma a dire il vero messo sulla carta già dal 2012, ma al quale si guarda ora fattivamente con maggiore interesse. Shale gas e petrolio ottenuti mediante le tecniche di fracking con un impegno finanziario pari a quasi 10 mld di euro. Sono già 200 i pozzi esistenti e pare che a questi durante l’anno in corso se ne andranno ad aggiungere un altro centinaio. L’obiettivo è di raggiungere entro il 2020 sia una significativa dismissione del carbone con relativo abbassamento dell’inquinamento, sia una sempre più sostanziale autonomia energetica per soddisfare la domanda interna di sviluppo industriale ed economico.

In questa risoluzione, la Cina ha dalla sua la più grande riserva di gas del pianeta, tanto che prevede di poterne estrarre dai 60 agli 80 mld di metri cubi dal 2020; ma il fracking prevede un uso massiccio di acqua per le attività estrattive, bene di cui la Cina non abbonda.

M.B. 14.2.15 Omissis