
di Davide Amerio.
Davanti al Comune di Torino siede Federico Altieri in sciopero della fame. Fassino aveva promesso che si sarebbe occupato di lui e dei suoi colleghi, lavoratori del Museo del Cinema. Ma nulla. Federico ha fatto ricorso per difendere il suo salario, ma nulla: la legge voluta dai governi di sinistra consente lo sfruttamento dei lavoratori per qualche euro all’ora attraverso l’uso delle cooperative. Il fatto, risalente al 2012, fece scalpore al punto che il regista Ken Loach (dopo aver ricevuto una lettera dello stesso Federico), si rifiutò di ritirare, in segno di solidarietà nei confronti dei lavoratori, il premio a lui spettante al TFF.
La Rear, cooperativa presso cui era impiegato Altieri, fu condannata per ingiusti licenziamenti e costretta a risarcire i lavoratori. Ma in questi giorni il giudice del lavoro Aurora Felicetti, ha dato ragione all’azienda denunciata da Federico per ottenere risarcimento della retribuzione mancante: « il contratto collettivo sottoscritto da sindacati non adeguatamente rappresentativi che prevede trattamenti retributivi inferiori a quelli contenuti nei contratti collettivi di lavoro sottoscritti dai sindacati comparativamente più rappresentativi non è invalido e non può essere sostituito da un contratto collettivo diverso ritenuto più favorevole». Questa la motivazione del tribunale.
Ma i dispiaceri non finiscono qui per il govane. La Repubblica titola “La paga è giusta” in un articolo sulla vicenda e, afferma Federico, lascia intendere che la scelta di Loach non fu una questione importante. Ma il ragazzo non demorde e richiama il sindaco Fassino alla sua promessa per risolvere il caso suo e di altri licenziati dalla cooperativa. Ma nulla di fatto è accaduto in questi anni. Un dato certo è che la Rear è stata condannata per i licenziamenti.
In Senato Alberto Airola del M5S prende la parola per denunciare il fatto. Fassino non mantiene la promessa, dichiara Airola. Questo lavoratore era impiegato alla Rear che fa capo al Presidente del Consiglio della Regione Piemonte Laus (PD) che, sottolinea Airola, pagava cinque euro all’ora (oggi tre) i lavoratori della cooperativa. Altieri fu licenziato come ritorsione alle sue rimostranze verso questo trattamento indegno dei lavoratori.
Ma fu Laus stesso a dirmi – precisa Airola – che è la legge a permettergli di pagare tre euro all’ora i lavoratori. Leggi volute da questa maggioranza che avrebbe pure voluto togliere la soglia del massimo ribasso sui codici degli appalti – denuncia il Senatore dei 5 Stelle – il tutto con la complicità dei sindacati confederali che non hanno mosso un dito e continuano a firmare contratti per le multiservizi a tre euro l’ora. Tutto questo nell’interesse del PD, il partito che dovrebbe difendere i lavoratori, che agevola le sue cooperative. Schiavisti! Ha concluso Airola chiudendo il suo intervento.
(D.A. 26.05.16)