
di Valsusa report
Esperimento Sox (sigla di “Short distance neutrino Oscillations with BoreXino”). Descritto sul sito del programma Cordis. Verrà usato il Cerio 144 utilizzato per la sua potenza radioattiva. Verrà contenuto nel più grande involucro di tungsteno mai realizzato, con uno spessore di 19 centimetri. Già costruito in Cina, verrà inviato in Russia a Mayak per essere riempito della potente sorgente radioattiva.
Esperimento monitorato dalla Comunità Europea si svilupperà nei laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso. Tutte le precauzioni e i protocolli di sicurezza adottati sono stati visionati e preparati in quest’ultimo anno, persino l’utilizzo di un camion a trasporto speciale ha fatto le prove d’ingombro per il suo ingresso nel centro sotto la montagna dell’Italia centrale.
Il materiale radioattivo,viaggerà per migliaia di chilometri intorno e dentro all’Europa, arriverà dal sito nucleare russo di Mayak al porto di San Pietroburgo in treno e di lì in nave fino a Le Havre, nel nord della Francia. Quindi, un trasporto su gomma condurrà il contenitore da venti tonnellate, in cui è inserito a sua volta il cilindro di tungsteno, al Gran Sasso, attraversando tutta la Francia, passando dalla Valsusa e poi giù per mezza Italia.
In fortissima preoccupazione sono le associazioni che fanno capo al territorio abruzzese. Comunicati stampa molto specifici ed interessanti [QUI] e [QUI] sono stati emessi a più riprese ed anche giornate di sensibilizzazione delle comunità che vedrebbero per l’ennesima volta il pericolo calato dall’alto. Forte la denuncia del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua “basta consultare le slide dei ricercatori che presentano il progetto SOX ai loro colleghi per verificare che la sonda è in produzione perchè ordinata definitivamente a dicembre 2016, prima della “prova” di trasporto – e non solo prima dell’approvazione del progetto – anche il cilindro di tungsteno è stato già prodotto nel 2015”.
Un problema enorme come segnalano gli stessi cittadini “il Gran Sasso è sismico…..un forte terremoto crea addirittura dislocazioni di metri come abbiamo visto sul Vettore che nessun ingegnere può gestire”. Un altro grande problema per l’esperimento è la riserva d’acqua contenuta nel Gran Sasso.
Bisogna inevitabilmente pensare anche allo stoccaggio dei materiali già usati per i vecchi esperimenti; 2.300 tonnellate di sostanze pericolose e infiammabili, 1.000 tonnellate di acqua ragia in LVD e 1.292 tonnellate di trimetilbenzene in Borexino. I laboratori Gran Sasso non possono neanche vantare un passato cristallino in considerazione dei diversi incidenti che si sono verificati.
I proponenti si difendono dichiarando che “se esistono condizioni di sicurezza adeguate, si fa, altrimenti no”. Come dimostrato dai documenti raccolti, il progetto è andato avanti e solo adesso si fanno le prove per vederne la sicurezza, il materiale sarà in Italia entro marzo del 2018.
V.R. 19.10.17