Erri de Luca, processo alle parole

Processo per testi e prove diventa un'arringa d'accusa a cui risponde la difesa dell'Avvocato Vitale

di Daniela Giuffrida

Rinviata al 16 marzo p.v. l’udienza relativa al processo intentato contro Erri De Luca dal Tribunale di Torino. In quella data, verranno ascoltati i testimoni dell’accusa, lo stesso De Luca e i testimoni “a prova contraria” richiesti dalla Difesa.

Si è svolto ieri, nell’aula 52 del Tribunale di Torino, quello che si è rivelato un processo del tutto particolare. Imputato: Erri De Luca, al secolo Enrico De Luca, scrittore, traduttore e poeta italiano, autore di decine di importanti opere letterarie e lavori teatrali. Reato ascrittogli: istigazione a delinquere per aver parlato, approvandolo, di sabotaggio contro il Tav. Corpi del reato: articoli, trascrizioni e interviste rese dallo scrittore a diverse testate giornalistiche e trasmissioni televisive.

“Il Tav va sabotato” dichiarato da Erri De Luca all’Huffington Post, il 10 gennaio del 2015. Commentando i fatti accaduti il 7 settembre 2013, quando Davide Forgione, 21 anni e Paolo Rossi 26, militanti No Tav vicini al centro sociale Askatasuna, erano stati sorpresi a bordon o tav Erri De Luca Torino  processo 28 1 2015 041 di un auto, in possesso di “congegni esplosivi che per la loro quantità e concentrazione, avevano carattere micidiale”.

De Luca era stato preso di mira dal procuratore Giancarlo Caselli, insieme ad altri intellettuali di sinistra (fra i quali il filosofo Gianni Vattimo) per aver “sottovalutato, pericolosamente, l’allarme terrorismo” in Val di Susa.

L’intervista insieme ad altre rilasciate all’Ansa e ad un intervento dello scrittore alla trasmissione Otto e mezzo di “La 7”, sono state acquisite agli atti del processo e verranno usate come prove documentali dal giudice, in occasione dell’udienza del prossimo 16 marzo. “Le devianze al Codice Civile, si possono commettere sia con i fatti che con le parole – ha affermato l’accusa – non si tratta di reati di opinione ma sono reati commessi con la ‘labialità’, infatti – ha aggiunto il pubblico ministero – le parole non hanno valore nel loro significato oggettivo, ma hanno valenza psicologica diversa a seconda di chi le pronuncia”.

“Sicchè – ha ribattuto la Difesa – qualsiasi cosa De Luca pronuncerà domani, su qualsiasi argomento, potrà diventare istigazione ad un reato qualsiasi? Allora, non si tratta più di giudicare un fatto, ma una persona – ha concluso la Difesa – e quindi di un altro processo.” Tre i testimoni presentati dall’accusa, il presidente di Ltf, la società che gestisce il cantiere, Maurizio Bufalini e il capo della Digos di Torino, Giuseppe Petronzi. Non è stato ammesso il presidente dell’Osservatorio sulla Torino-Lione, Mario Virano, perché le sue dichiarazioni sono risultate, al giudice, irrilevanti.

“Sono uno scrittore, non penso di poter istigare nessuno se non alla lettura e alla scrittura” ha detto ai giornalisti, Erri De Luca prima dell’inizio del processo a Torino. Finita l’udienza, lo scrittore è uscito dall’aula 52 del Palazzo di Giustizia fra uno stuolo di giornalisti e si è recato di fronte all’ingresso dello stesso palazzo, dove un folto gruppo di attivisti No Tav, ha continuato a leggere stralci di sue opere. Lo scrittore ha usato parole dure contro le 47 condanne inflitte due giorni fa agli attivisti No Tav: “Non aver voluto applicare le attenuanti – ha detto – è una cosa grave, una mossa politica che mi colpisce molto”.

D.G. 28.1.15