Miliardi di euro buttati, l'energia elettrica derivante dal nucleare si rileva un'idrovora che aspira capitali, smentito così il risparmio economico derivante.
Energia nucleare, Areva, che per l’80% appartiene allo Stato francese, è in perdita vertiginosa 4,9 miliardi di euro il buco in bilancio. Una catastrofe se si pensa all’occupazione che ne deriva dal settore, circa 45.000 persone, 29.000 delle quali in Francia. Un impero tenuto in piedi in diversi stati con l’acquisto di miniere (società canadese Uramin, East Asia Minerals, Forte-Energy, Sumnit Resources, West Australian Metals) e costruzione di centrali nucleari di nuova generazione, le EPR come quella di Olkiluoto, sull’isola omonima situata nel Golfo di Botnia, municipalità di Eurajoki, Finlandia occidentale.
Una crisi dovuta dicono i politicanti, all’acquisto di Asset, miniera di uranio, quando l’uranio era al suo valore massimo cioè prima di Fukushima e ai vari ritardi dei cantieri sparsi per il mondo. Un miliardo di tagli da qui al 2017, e di cessione di Asset per 450 milioni, la medicina per ristabilire Areva. Il ministro dell’ecologia francese Ségolène Royal chiede in un appello di fare fronte comune con EDF e CEA, per scongiurare l’agonia di un’industria oramai destinata al declino. Questa perdita record di 4,9 miliardi di dollari, va ad aggiungersi ai 2,4 miliardi di euro persi nel 2011, gestione di Anne Lauvergeon in carica dal 2001 à 2011, prima col presidente socialista François Mitterrand e poi Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy, centro-destra. L’amministratrice perfetta per tutti i governi, tant’è che si sospettano dei brogli finanziari a cui il giornale Hexagones dedica un’intera inchiesta.
Le associazioni ambientaliste e antinucleariste francesi, prima in testa Réseau “Sortir du nucléaire” danno una visione sicura sui contenuti che da tempo invocano, “un proggressivo abbandono del nucleare e una conversione dei posti di lavoro nel gestire le bonifiche”. Queste, a gran voce, le opinioni delle opposizioni; manco a dirlo.
Tutti gli innamorati del nucleare ora che i lauti fasti derivanti da questa “energia pulita” vanno a concretizzarsi in una perdita bibblica della società numero uno del nucleare, non riusciranno più a sostenere il risparmio derivante dall’energia elettrica prodotta, anche un cieco vedrebbe che la somma diventa negativa senza nemmeno il contare, perchè saranno da contare, le milionate di euro delle bonifiche e dei depositi nazionali, perdite aggiunte alle perdite. Un duro colpo al nucleare civile.
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