Elezioni 2018: Movimento 5S e l’angoscia No Tav

Elezioni 2018 e mondo No Tav: perplessità e paure serpeggiano nei social. Il M5S è davvero No Tav? Perché non parla della Torino-Lione? Qualche riflessione oltre i tormenti.

di Davide Amerio.

Elezioni marzo 2018: stiamo assistendo alla peggior televendita (pardon!), campagna elettorale a memoria d’uomo. Già quella per le riforme costituzionali fu il preludio di quanto sarebbe accaduto più avanti. Massicci movimenti dei media allineati contro l’alieno della politica per eccellenza: il M5S.

L’unico punto certo di tutta la campagna elettorale è la delegittimazione dei pentastellati, utilizzando ogni mezzo, e ogni fake news possibile; senza tregua e senza respiro. Destra, sinistra, e l’immancabile centro buono per tutte le stagioni, hanno un’unica certezza: per salvare il sistema delle complicità e del malaffare costruito con anni e anni di “onorata” esperienza, sulle spalle dei cittadini, bisogna fare l’impossibile per impedire a qualche grillino di accedere al governo.

Il programma del M5S.

I motivi sono evidenti: dietro la facciata delle accuse di “inesperienze” e mancanze di “qualifiche“, si nasconde il terrore di quanto potrebbe accadere se, negli ingranaggi di palazzo, entrassero davvero persone con l’idea di agire, e operare, per il bene dei cittadini. 

I temi sono molti, e per valutare – se davvero lo si vuol fare, – il progetto dei pentastellati, occorrerebbe, per onestà intellettuale, far riferimento al programma dettagliato del movimento. Dopodiché uno può essere di opinione diversa e preferire Berlusconi che va in Europa a rassicurare il rispetto dei parametri europei, mentre si allea con la Lega che imbarca Claudio Borghi e Umberto Bagnai, ottimi economisti che sulle assurdità dell’euro hanno detto e scritto quanto c’era da dire da diversi anni.

Oppure può preferire il “sempreverde” PD che vanta l’aumento dei posti di lavoro dopo aver snaturato tutto l’impianto dei diritti dei lavoratori; al punto che, se vieni assunto e pagato (una miseria) per un’ora di lavoro alla settimana, risulti nelle statistiche degli occupati.

Le preoccupazioni dei No Tav.

Interessa qui spendere invece due parole sulle preoccupazioni espresse, qui e là, nel mondo No Tav, nel momento in cui il capo politico Di Maio, ha parlato di “opposizione alle grandi opere inutili“, senza citare espressamente la Torino-Lione. Qualche perplessità legittima, alimentata però anche, e forse sopra tutto, da una parte del mondo No Tav che non ha mai digerito il movimento e che, ad ogni tornata elettorale, non perde occasione per presentare se stessa come antagonista al M5S, e unica depositaria della autentica lotta No Tav.

In questi cinque anni, commettendo un bel po’ di errori, il Movimento Cinque Stelle, o perlomeno una buona parte dei suoi eletti, hanno imparato, sulla propria pelle, che le parole sono importanti; così come le dichiarazioni; e hanno compreso che la politica – sopratutto se la vuoi cambiare, – opera con tempi diversi dai nostri desideri. Le situazioni sono ben più complesse da come ti immaginavi guardando dal di fuori, e i cambiamenti non avvengono dall’oggi al domani.

Delle azioni intraprese in Parlamento e fuori (dalle manifestazioni ai momenti informativi) degli eletti del M5S per manifestare la chiara e assoluta opposizione al Tav, non si riesce a tenere il conto: tante esse sono state. Da sottolineare come il movimento abbia sempre partecipato alle manifestazioni del “popolo No Tav” senza metterci bandiera; proprio per una forma di rispetto verso la variegata composizione di questo popolo. Lo stesso non si può dire di molti altri soggetti politici e sociali.

Le parole sono importanti.

Qualche anno fa, all’interno della nostra redazione, avemmo uno scambio forte di opinioni, proprio su un tema analogo: era giusto connotare il nostro sito esplicitamente come No Tav (mentre già erano presenti ottimi siti che svolgevano questa funzione), oppure sarebbe stato più utile (per il bene stesso della lotta al Tav) mantenere un profilo più generale sull’opposizione alle grandi opere inutili?

Il quesito non è da poco. Decidemmo di intraprendere la seconda via perché ritenemmo che il modo migliore per far comprendere le ragioni profonde della lotta No Tav fosse quello di stigmatizzare ciò che tutte le opere inutili hanno in comune: interessi privati e criminali, nessun interesse reale alla realizzazione dell’opera in sé.

Siamo forse per questo diventati meno No Tav? Le pagine del nostro sito, e le migliaia di articoli parlano da soli.

Parlare di “grandi opere inutili”, che fu proprio il tema di un convegno organizzato dal M5S della Regione Piemonte, cui parteciparono i compianti Ivan Cicconi e Ferdinando Imposimato, evita di “personalizzare” il tema restringendolo alla sola Val Susa. 

La lotta No Tav ha fatto scuola e tutti gli attivisti del M5S della Val Susa sono No Tav. Ma continuare a parlare specificatamente di No Tav Torino-Lione, in ambito nazionale, restringe la visuale e compromette quella visione d’insieme che proprio il movimento No Tav ha contribuito a creare sulle grandi opere.

Il messaggio No Tav.

Il messaggio da indirizzare all’elettore nazionale non è “la Val di Susa si oppone alla Tav”, che è esattamente quello che vogliono gli avversari per appellarsi alla sindrome di NIMBY e accusare i valsusini di essere rompicoglioni retrogradi. Piuttosto, far comprendere che è il giocattolo delle grandi opere mai finite, e che non finiranno mai, dei cantieri e della distruzione dell’ambiente come della salute, quello da combattere. E questo riguarda tutti, dalla Val d’Aosta sino alle isole comprese. 

Solo in questo modo la “lotta” al malaffare può diventare “universale”, perché su tutto il territorio ci sono opere, come la Tav, che danneggiano la vita e l’esistenza dei cittadini, ed è questa universalità che può diventare forza di cambiamento reale. 

Non sono un veggente, quindi non ho la sfera di cristallo per dire cosa succederà. Posso sola fare supposizioni ragionevoli. In quest’ottica sono certo che solamente una forza politica con un alto numero di consensi potrà invertire la folle rotta dello spreco del territorio, dei rischi per la salute dei cittadini, della lievitazione dei costi e di tutto ciò che ben conosciamo.

Bisognerà però dare a questa forza politica l’occasione per mettersi alla prova (avendo anche un po’ di compiacente tolleranza per i possibili errori). Altrimenti si finisce per fare la parte del tizio che inveiva contro la sorte perché non vinceva mai alla lotteria… però alla domanda “quante volte giochi?” … rispose che NO, lui non giocava mai.

Sarà bene che tutti gli amici No Tav della Val Susa ci riflettano, da qui al 4 marzo prossimo.

(D.A. 25.01.18)