
di Valsusa Report
Oggi lunedì 9 febbraio alle ore 10.00 il Coordinamento Umbro – No E45 Autostrada, aderente al coordinamento nazionale STOP OR-ME, consegnerà al Presidente dell’Assemblea legislativa Eros Brega le firme raccolte sulla petizione popolare “Ferma opposizione alla trasformazione della E45 in autostrada e richiesta alla Regione

ed ai comuni interessati di avviare percorsi partecipativi con i cittadini e le associazioni dei territori coinvolti dal progetto”, come si legge sul sito del coordinamento NO E45. e continua dicendo “Non è un caso che anche il Consiglio Grande di Perugia abbia stroncato in maniera inequivocabile questo progetto devastante, inutile ed assai costoso. Di fronte alle migliaia di firme raccolte nessuno potrà far finta di nulla o simulare un consenso popolare che non c’è”.
Sono parole familiari in Val di Susa, la storia si ripete o come si sente udire “il movimento No Tav ha fatto scuola e ha risvegliato la volontà di riappropriarsi della politica dei propri territori”. Gli fanno eco le parole contenute nella domanda al ministro Lupi in visita al cantiere più contestato d’Italia “il movimento No Tav è diventato un movimento nazionale, cosa non ha funzionato?”, domanda che non ha avuto una risposta esauriente o convinta.
Quindi siamo in altro territorio, un’autostrada l’Aorta-Mestre contestatissima in tutte le regioni che vorrà attraversare, ben cinque, ma ancora a maggior ragione per un’economia come quella umbra dove ora non si paga per recarsi al lavoro su una delle poche strade percorribili velocemente in territorio così montano, la notizia del Cipe alla presenza del primo ministro Renzi, da la mazzata finale.
8000 sono già le firme del no, no all’ennesimo progetto in sistema archittettato dalla legge di stato, il famoso sistema project financing, che finora ha visto solo il drenare di risorse pubbliche e di quelle degli investitori privati poco o niente. L’applicazione della tariffa di pedaggio sarà 0,15225 euro al chilometro per i veicoli leggeri e 0,29757 per quelli pesanti. Al percorrere così di una distanza di 50 chilometri occorreranno circa 7,60 euro, la distanza media da città a città umbra, un esborso.
Sempre più dura diventa la strada della cementificazione selvaggia per far ripartire questo paese, forse la conquista sensata della ragione potrebbe spingere ad altre scelte, ma si sa che detiene il potere di decidere non sempre sa farlo con correttezza ed etica, spendere 10 miliardi di euro per rifare una strada che c’è già sa di testardaggine in periodi di sofferenza economica come questa.
V.R. 9.2.15