
Il Movimento 5 Stelle, grazie ai suoi portavoce al Parlamento europeo, ha deciso di rendere pubblico l’imbarazzante rapporto italiano sul comportamento delle emissioni di alcune vetture. Questo “studio” è stato consegnato, dopo numerose insistenze, dal Ministro Graziano Delrio alla Commissione EMIS. È un rapporto scandaloso, che rasenta il ridicolo. Il Governo italiano – come nello stile del Bomba – tenta di prendere in giro i parlamentari europei destinatari del dossier, cercando di scagionare in particolare il produttore FCA con a capo Sergio Marchionne.
+++ QUI IL DOCUMENTO ORIGINALE PUBBLICATO DAI PORTAVOCE +++
+++ L’album del report pubblicato anche su Facebook +++
Tanto per cominciare, si può affermare che la Commissione europea abbia perso l’ennesima buona occasione per indicare una metodologia univoca da far seguire per le misurazioni. Il Governo italiano si è voluto spingere oltre: se gli altri Paesi hanno adottato strumenti quantomeno omogenei, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trattato le vetture in modi diversi, occultando scientificamente i dati più scomodi. Non solo, fisicamente le automobili sono state testate in stabilimenti diversi. Ad esempio, le Fiat in quelli della FCA di Torino: alla faccia del conflitto d’interessi.
Nel report in questione si dice siano stati analizzati 15 veicoli, come dicevamo solo 8 di questi al CNR. I cicli utilizzati per le prove sono stati: “NEDC a freddo” e “caldo”, “NEDC invertito” e “Urban”. A figura 14 si dividono due grandi gruppi: da una parte FCA, dall’altra il resto. Qui compaiono per la prima volta i nomi delle vetture relativi alle emissioni di ossidi di azoto, ma viene completamente persa traccia della quindicesima macchina. Ebbene, con i test a caldo tutte le automobili Fiat superano il limite del 200% o anche 300%: parliamo della Panda 1.3, dell’Alfa Romeo Giulietta 2.0, del Doblò 1.3, della Giulietta 1.6, della Jeep Cherokee 2.0, della Lancia Y 1.3 e della Fiat 500L. Sono le performance peggiori in assoluto.
Compare poi un dato che rappresenta il rapporto tra i test effettuati a caldo e freddo, e tra quelli inverso e freddo. In questa fase scompaiono del tutto l’Alfa Romeo 1.6, la Lancia Y e la Jeep Cherokee, ovvero la vettura che aveva segnato i valori più alti fino a quel momento. Si entra ancora nel dettaglio delle macchine non Fiat, riportando i valori coi cicli a caldo, freddo, inverso e Urban. Ma proprio l’Urban, misteriosamente, scompare dalle italiane, per lasciare il posto a un nuovo ciclo inverso a caldo (mai apparso prima), abbellito da voluminosi cerchi rossi.
Come ciliegina sulla torta, nell’ultimo grafico è assente dalla Fiat 500 e dal Doblò anche l’ultimo ciclo inserito. Il report si chiude con le prove su pista, dove le italiane superstiti sono appena quattro. Per tutte le macchine non Fiat è stato studiato il rapporto tra temperatura esterna e percentuale di attivazione del dispositivo EGR (una tecnologia per abbattere gli ossidi di azoto). Per FCA, invece, si segue lo stesso copione: l’omissione del dato.
Questo imbarazzante report desterà molte polemiche in Europa. Quel che è certo, oggi, è che appare molto più palese il motivo per cui sarebbe esploso l’amore tra Sergio Marchionne e il Bomba. Dopo un primo periodo di antipatia è bastato qualche favore per rimettere le cose in ordine. Certo, la credibilità dell’Italia a livello internazionale, la qualità dell’aria che respiriamo e di conseguenza la nostra salute, come al solito, vengono all’ultimo posto.