
di Orso Grigio (post su FB)
Un po’ per conforto, e un po’ per sorridere sdrammatizzando, il pensiero di Orso Grigio sulle dichiarazioni di Beppe Grillo (da un suo post su FB), ci sembrano una interessante e piacevole lettura che vi sottoponiamo. Buona Lettura.
“Di Maio non si tocca e noi non siamo più quelli di dieci anni fa, quindi non rompete i coglioni”.
L’ha detto Grillo, ieri, con Di Maio a fargli da spalla, in una pantomima così ridicola che se la gioca con lo show del cognato della moglie sullo ius soli di qualche giorno fa.
Tuttavia si tratta di una dichiarazione importante, che merita attenzione.
Così, dopo averne fatto una scomposizione nei tre concetti fondamentali che la compongono, e per ognuno di questi una attenta analisi semantica, comunico e ufficializzo formalmente alla S.V quanto da me evinto e a quali risultanze sono testé addivenuto:
A) Considerato che Di Maio è, PER ME, e da molto tempo, il principale responsabile di questo disastro, non solo per colpa sua, ma per un paradosso straordinario che impossessandosi del Movimento come un demone della sua preda, ha reso questo democristiano 2.0 il solo e unico riferimento del Movimento stesso, trasfigurando quell’uno vale uno in un Di Maio vale tutti;
B) Considerato che, pur essendo anch’io affetto da evidente bipolarismo afflittivo e compulsivo, e trovandomi spesso in disaccordo anche con me stesso, sono sempre quello di dieci anni fa, e pure 20, 30, 40 e ancora più in là, oltre la notte e la siepe, e che non è certo il cambiamento a spaventarmi, ma semmai il venire meno a certi principi, senza strategia e senza coraggio, come un politico del cazzo qualunque. Ops… chiedo scusa, signor Giudice, sono etrusco e ogni tanto non resisto al richiamo ancestrale del turpiloquio, ma Ella saprà perdonarmi;
C) Considerato altresì l’invito, esplicitamente espresso, di non rompere le ghiandole genitali maschili.
Ecco, tutto questo considerato, verificato, ponderato, analizzato e finemente elaborato, comunico alla S.V di accettare l’invito, così forbitamente ed elegantemente espresso dal sig. Grillo Giuseppe Piero.
Mi permetto tuttavia, signor Giudice, a chiosa e in conclusione di questa mia, di rivolgere a mia volta un invito altrettanto caloroso al suddetto sig. Grillo, pur con immutata, anche se vacillante stima, e imperituro affetto.
Tale invito, che di seguito andrò a esplicitare compiutamente, è da ritenersi esteso, ancora intriso dei sentimenti sopra detti, al sig. Di Maio e a tutti quelli che, lì dentro, per motivi che intuisco ma non dico, non hanno le suddette ghiandole genitali atte a consentirgli di dire la loro e di opporsi a questo scempio.
Il mio invito, di seguito finalmente espresso e anch’esso forbito e intriso di sofisticata eleganza si compone di una parola sola, ma c’è tutto un mondo intorno, per dirla con il poeta Bazar Matia:
VAFFANCULO!
Ho finito, Vostro Onore.