
Croazia No Triv? I No Triv italiani avevano avuto motivo di esultare il 28 ottobre. Gli incontri di Spalato tra il network Sos Adriatico − che raduna i movimenti ambientalisti di Albania, Croazia, Montenegro, Slovenia e Italia −, il convegno sulla fregata Maestrale a Ortona sulla Macroregione Adriatico-Ionica avevano fatto ben sperare. Proprio qui il delegato dell’ambasciata croata in Italia, Llija Zelalic, aveva pronunciato parole riportate da tutti i media locali: “La Croazia per salvaguardare le sue coste ha sospeso i progetti per le piattaforme per la ricerca del petrolio nel mare Adriatico e penso che dovrete anche voi in Italia e sul l’altra sponda del nostro mare prendere in considerazione questa eventualità. Questo é un grande pericolo per il mare adriatico […] La risorsa del turismo è una risorsa più importante da sviluppare per i Paesi che si affacciano in questo mare. Il petrolio esiste in altri posti”.

Sembrava cosa fatta: la Slovenia ha già vietato le estrazioni; la Croazia si risolve a più miti consigli, abbandona i progetti petroliferi in nome dell’ambiente costiero e marino, predilige lo sviluppo del turismo e del proprio territorio.
Alla tre giorni di Spalato, tutti sorpresi per quanto i movimenti No Triv in Italia raccolgano consensi e riescano a radunare tanto interesse e attiva partecipazione alle manifestazioni, e alla base delle amministrazioni politiche che lottano contro il renziano decreto Sblocca Italia. Del resto, uguale per tutti è la scarsa e opaca comunicazione che viene resa ai cittadini su quanto petrolieri e politici intendano sviluppare nel Mar Adriatico. Tanto opaca che basta informare a dovere i cittadini perché questi si accorgano di quanto sta per accadere nel loro mare con esplorazioni ed estrazioni, e si organizzino per opporvisi.
Poi la doccia fredda.
A un giorno dalle dichiarazioni del delegato dell’ambasciata croata in Italia, Llija Zelalic, il 29 ottobre Assomineraria pubblica il suo comunicato: “Non c’è nessuna conferma ufficiale dello stop della Croazia ai progetti di ricerca di idrocarburi in Adriatico. Da una verifica presso le autorità competenti della Croazia non si riscontra alcuna conferma ufficiale di quanto affermato dal delegato”.
Tutto sembra essere rimesso in discussione, e c’è chi si chiede se le dichiarazioni del diplomatico non siano state improvvidi desiderata propri, piuttosto che la comunicazione ufficiale di un’azione politica decisa dal suo paese.
di Massimo Bonato da _omissis_