Cristo si è fermato a Eboli, ma il TAV deve arrivare a Reggio Calabria

Promesse, promesse e twitter e selfie. Tutta la politica di Renzi si svolge all'insegna delle dichiarazioni. Dal Tav alla Salerno-Reggio Calabria

di Claudio Giorno.

Chi ha detto che non rispetta le promesse? Lo aveva annunciato ed è stato di parola dissipando ‘sta mattina l’ ansia dei quadri calabri del Partitodellanazione che temevano avesse cambiato l’idea annunciata solo sette giorni fa – nell’occasione dello spot per il Ponte sullo Stretto “trasmesso” a margine della presentazione del Nuovo codice degli appalti…” Mi ridono dietro quando lo dico, ma il 10 marzo sarò in Calabria per ‘abbattimento dell’ultimo diaframma, dell’ultima galleria”…

Forse proprio questa elementare constatazione – dovuta al fragoroso scoppio di risate che aveva contagiato tutta la stampa estera quando aveva annunciato che il 23 di dicembre avrebbe inaugurato la Salernoreggiocalabria – doveva averlo indotto, a caldo, a ripensarci. Poi la passione per la sfida (che del resto lo ha portato a scalare il partito diDalema&bersani) ha preso il sopravvento. Ed eccolo a Mormanno (Cosenza) raccontato dalle colonne on line del “Quotidiano del Sud” (1), lo stesso che – solo ieri – paventava il forfait (2) mentre “salta i giornalisti assiepati e si infila nel tunnel” per raggiungere la solita comparsa (il Ministrocompetentedelrio, che ogni tanto viene da queste parti) e il da lui nominato nuovo presidente Anas: Gian Vittorio Armani (da non confondere con la famosa firma dell’alta moda).

Ora Dio solo sa (assieme a Mariadefilippi alla cui scuola il premier si è formato) perché proprio sulla Salernoreggiocalabria (più ancora che sulla Costituzioneboschi e sulle leggi per i suoi amici finanzimmobilieri) abbia deciso di giocarsi la testa.  Noi comunimortali dobbiamo accontentarci della spiegazione “ufficiale”: che troviamo ancora sul quotidianocalabro particolarmente vicino nella circostanza: «La Salerno-Reggio Calabria è diventata il simbolo delle cose che non vanno. Alla stampa estera i giornalisti, quando ho annunciato per il 22 dicembre la conclusione dei lavori di ammodernamento e l’inaugurazione, si sono messi a ridere. E ridevano dell’Italia. In questo cantiere tagliamo i pregiudizi nei confronti del nostro Paese. Ci vuole un’Italia che corre e che fa le cose e non che ingrassa i conti correnti degli avvocati per le varie cause».

E siccome a correre nell’immaginario italico è rimasta la Ferrari (messa svendita dal suo amico Marchionne) e il Tav (che pure lui stesso criticava – incautamente per iscritto – solo pochi anni fa) ecco la trasformazione in goal del suo stesso assist (in un crescendo di iperbole del televenditore che non ha bisogno di spin-doctor perché gli slogan migliori se li crea lui): “l’alta velocità non è possibile che si fermi a Salerno. Cristo si è fermato a Eboli e l’alta velocità di ferma a Salerno. Bisogna che arrivi a Reggio Calabria”.

Renzi selfie

Tripudio di veline inviate dalla casa con pettorine arancione e regolamentare casco giallo (che nell’occasione il premier – a favore di selfie – non indossa). E via verso le magnifiche sorti e progressive dello Sbloccaitalia: Ci aspetta un ingorgo elettorale e il bancomat del Piddì dovrà lavorare a pieno regime.

(C.G. 10.03.16)