
di Davide Amerio.
Con il rispetto dovuto a chi ha perso una persona cara, a seguito delle complicanze del Coronavirus, ed evitando ipotesi complottistiche, ci sono davvero molte cose che non quadrano; mentre l’informazione, e la politica, offrono il peggio di sé: su questo fronte non ci deludono mai.
Esco da una settimana di raffreddore acuto: con tanto di starnuti e naso colante. Dolore alla base del collo, con crampi muscolari, un po’ di febbre, faccia rossa, naso più orribile di quello che normalmente appare. Coperte a profusione per stare al caldo.
Essere ammalati in quest’ultima settimana, trascorrendo parecchio tempo davanti alla tv (che altro non avevo la forza di fare), è stato quasi un incubo. Ma vuoi che, sotto sotto, alla fin fine, lo abbia preso pure io, il Coronavirus? Dove sono stato? chi ho frequentato? C’era qualche infetto? Che ansia …
L’ansia trasuda dallo schermo televisivo. L’ipocrita – immorale- irresponsabilità del sistema main stream, finisce per influenzarti. Prima ti spiegano che non bisogna farsi prendere dal panico. Poi infilzano una serie di servizi a raffica sulle zone rosse, sulla conta dei morti, dei feriti… pardon, degli infetti (ma così li ha chiamati, in un sublime lapsus, Mentana al Tg La7).
Ti aspetti da un momento all’altro la comparsa del Papa da piazza S. Pietro con il monito perentorio: “ricordati che devi morire!”. Ma non ostante il potente raffreddore, e lo stato di rincoglionimento, le tue sinapsi sono ancora al loro posto (anche grazie al fatto di ignorare normalmente la Tv), e ti sovviene il perché e il percome ti sei “ammalato”: classico colpo di freddo, in auto, finestrino aperto, sudore, giornata calda fuori stagione, tu troppo coperto… voilà. Per morire c’è ancora tempo.
Impressionante è invece il livello di pazzia? psicosi? alterazione mentale? stato confusionale? (vedete un po’ voi), che si scatena nel paese. E ci sarebbero domande e considerazioni da esporre.
Del Coronavirus ci raccontano essere di provenienza animale. Curiosamente ogni volta è la “natura” che viene additata come “colpevole”, come entità a noi estranea, da combattere e conquistare. Un cliché molto amato dal capitalismo predatore. La natura non ha avvocati che la possano difendere. Non ci resta notare che non ostante la prolusione di esperimenti degli umani che giocano a fare Dio con cellule e virus in laboratori ultra segreti (per scopi militari), la colpa è sempre del mondo animale (cui veramente apparteniamo come specie, ma ci piace dimenticarlo prendendone le distanze).
Non riporto le numerose statistiche che evidenziano come queste forme virali siano per lo più letali in persone già afflitte da altre patologie gravi. Non di meno quelle che quantificano in centinaia di morti l’anno, i decessi a seguito di influenze stagionali. Dati che suggerirebbero maggior cautela prima di diffondere (come è stato fatto) il panico tra la popolazione (ma l’informazione è oramai una merce da vendere e quindi, ca va sans dire, si vendono le tragedie, la paura, e il sangue).
Questa situazione comporterà un ulteriore aggravio della situazione economica del paese, già incatenato dai principi di austerity delle burocrazie europee. Chi beneficerà di questa situazione? Il panico che è stato generato è frutto solamente di una sovraesposizione mediatica, oppure c’è dell’altro? Giusto oggi il caro Gentiloni ha ricordato che l’Europa prevede elasticità per casi eccezionali, ma l’Italia ne ha già usufruito per il terremoto. E quindi? L’Europa ci scarica e ci abbandona? O qualcuno spera di depredarci meglio?
La politica risponde nel solito modo in cui viene fatto in questo paese: strumentalmente. Le colpe sono quelle degli altri. Zero responsabilità individuali. Tutti avrebbero saputo cosa fare al posto di quelli che governano. Ma tanto, se qualcuno ha sbagliato, in Italia non rischia nulla: parola di prescrittori compulsivi. Come sarà possibile affrontare il contraccolpo? Più crisi, più disoccupati, più povertà?
In tutto questo marasma, di cui è lodevole lo sforzo del sistema sanitario, quello che alcuni liberisti de’ noialtri vorrebbero privatizzare, dopo le continue riduzioni di risorse messe a disposizione, si distoglie dalla prossima vera tragedia che incombe su tutti noi: il surriscaldamento del pianeta. Le conseguenze previste e prevedibili, fanno apparire il Coronavirus come la puntura di un moscerino.
Il Capitalismo globalista si rivela in tutta la sua fragilità. Il rischio di una crisi economica globale è appesa oggi al filo del reale contenimento del fenomeno virale. Tutto il sistema è un gigante dai piedi d’argilla. Siano le banche, i debiti sovrani, i virus, i derivati, i crediti inesigibili. Un sussulto, un granello, un virus, condito con un po’ di paura, e qualsiasi solidarietà va a farsi fottere. Il meccanismo si inceppa, crolla, perché intimamente gonfiato da un sistema finanziario scellerato, fatto di numeri e debiti. Si salvi chi può, anche perché i governi sembrano non imparare mai dagli errori madornali di teorie economiche astratte.
Stiamo preoccupati. C’è da aver paura di ciò che non sappiamo, piuttosto di quello che ci raccontano.
(D.A. 26.02.20)