E’ in atto da tempo a Torino un’involuzione autoritaria delle garanzie democratiche sui terreni dell’opinione, della comunicazione e della giustizia. Oggi, le ossessioni del Procuratore Generale e i timori di rompere il muro di silenzio imposto intorno alla questione Tav portano alla cancellazione del convegno in Tribunale dei Giuristi Democratici.
Torino, 26.11.2013. Fino a ieri era “Bingo” Esposito che con le sue sortite muscolari aggrediva chiunque si proponesse di discutere tematiche che si avvicinassero pericolosamente alla vicenda Tav: ricordiamo a casaccio un convegno della Cisl- Ospedalieri cancellato, uno di docenti del Politecnico di cui fu richiesta la cancellazione, il caso dell’Istituto Storico della Resistenza che volle aprire un fondo di documentazione. Oggi il fronte si ampia. A pochi giorni dalla data di convocazione del 2 Dicembre arriva dal Tribunale di Torino la negazione degli spazi interni per lo svolgimento del convegno dei Giuristi Democratici su Conflitto sociale e ordine pubblico, giurisdizione: il caso Tav e il concorso di persone nel reato, temi all’ordine del giorno per la concomitanza con il processone ai 52 No Tav in aula bunker basato proprio su quei presupposti di reato. E’ la Commissione per la manutenzione degli uffici giudiziari (proc. gen. Maddalena, presidente di Corte d’Assise e pres. Ordine Avvocati Mario Napoli) a pronunciarsi. In prima battuta si era appigliata alla mancanza del programma definitivo allegato alla domanda ma ora arriva la decisione definitiva e i Giuristi Democratici a cui si è aggiunto come ente promotore il Controsservatorio Valsusa convocano il convegno alla Gam, c. Galileo Ferraris 30, stessa data, ore 15, con ingresso libero. Sulle motivazioni addotte si sfiora il ridicolo: “opportunità” (manifestatasi solo dopo che l’argomento era stato precisato) e “rischio per l’ordine pubblico” (ma perchè i No Tav dovrebbero contestare un convegno sulle loro tematiche? O forse si temono degli invisibili Si Tav?). E’ evidente la spinta della Procura come è evidente che si continua a privilegiare il terreno dello scontro su quello della discussione dei problemi. Altro che dialogo!
Al convegno hanno assicurato la partecipazione nomi illustri della giurisprudenza, come l’ex Procuratore Generale presso la Cassazione Giovanni Palombarini, i docenti Marco Pelissero (Univ. di Genova), Paolo Ferrua (Univ. di Torino), Davide Petrini (Univ. di Alessandria) e il Sostituto Procuratore Generale di Genova Enrico Zucca, oltre a numerosi avvocati. A ulteriore garanzia di pluralità era stato persino previsto un intervento del Sindacato di Polizia Siulp che tante responsabilità ha nella gestione dell’ordine pubblico in Val Susa. Alla Commissione tribunaliziaa non sono bastati i nomi: l’idea di permettere alle tematiche della resistenza valsusina di penetrare nel fortilizio avanzato del Tribunale torinese, quasi monopolizzato ultimamente dal pool di procuratori antiterrorismo pilotati da Giancarlo Caselli, è risultata insopportabile ai piani alti. Specie dopo che Magistratura Democratica ha vacillato sotto le pressioni di un Caselli perseguitato dalle proprie ossessioni terroristiche, e ha declinato l’invito a partecipare. Quelle ossessioni, e i timori di rompere il muro di silenzio che media e partiti hanno voluto ergere intorno alla questione Tav, sono le ragioni per questa ennesimo riflusso di democrazia. Si aggiungono alle modalità di conduzione dei processi ai No Tav denunciate dagli avvocati e all’atmosfera cupa che si respira nelle aule per ogni valsusino che viene portato a giudizio sovente con motivazioni pretestuose e reati (oltraggio, procurato allarme, ecc.) per cui non si processa più nessuno. Le stesse motivazioni che portano alle perquisizioni degli attivisti con ipotesi di reato predeterminate, non susseguenti agli indizi raccolti. E’ in atto presso il Tribunale e la Procura torinesi uno stravolgimento delle procedure giudiziarie che dovrebbe essere denunciato – dicono gli avvocati del Legal Team – a più alto livello. Per difendere il Tav, si è avviata a Torino una silenziosa involuzione autoritaria che guarda come modello alla Russia di Putin o alla Turchia di Erdogan dove si perseguono giornalisti e avvocati difensori dei detenuti politici. Ma con un Ministro della Giustizia che, ricordiamo, da Ministro dell’Interno ha realizzato la militarizzazione della Valle, e un governo delle lobbies, cosa ci si può aspettare? (F.S.)
PROGRAMMA DEL CONVEGNO
ore 15. Introduzione
Roberto Lamacchia (Avvocato,
Associazione Nazionale Giuristi Democratici)
ore 15.30 – relazioni
Conflitto sociale e giurisdizione:
il concorso di persone nel reato
Marco Pelissero (Professore diritto penale – Università di Genova)
Misure cautelari e ordine pubblico
Paolo Ferrua (Professore di procedura penale – Università di Torino)
No Tav e repressione penale: un paradigma
Claudio Novaro (Avvocato Torino)
Storia e riscoperta delle misure di prevenzione
Davide Petrini (Professore di diritto penale – Università di Alessandria)
Magistratura e polizia: tra collaborazione e controllo
Enrico Zucca (Sostituto Procuratore Generale Genova)
ore 17.30. Tavola rotonda
La giurisdizione alla prova della Val Susa
Giovanni Palombarini
(già Procuratore Generale Aggiunto presso la Corte di Cassazione)
Anna Chiusano
(Avvocato, Presidente Camera Penale Torino “Vittorio Chiusano”)
Giampaolo Zancan
(Avvocato, Torino)
Luigi Notari
(SIULP – Sindacato Italiano Lavoratori Polizia)
coordina
Ennio Lenti (Avvocato, Associazione Giuristi Democratici, Torino