
di Gabriella Tittonel
Questa la decisione presa per l’ultimo atto del processo a carico di
Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò e così in molti sono rimasti sul piazzale, mentre in aula si tenevano le ultime arringhe, da parte del Pubblico Ministero avv. Maddalena e della Difesa, con gli avvocati Novaro, Losco e Pelizza. La prima per chiedere ancora una volta che si riconfermasse, nonostante due pronunciamenti della Cassazione, l’accusa di terrorismo, mentre la difesa ha smontato pezzo su pezzo i vari passaggi presentati.
Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò e così in molti sono rimasti sul piazzale, mentre in aula si tenevano le ultime arringhe, da parte del Pubblico Ministero avv. Maddalena e della Difesa, con gli avvocati Novaro, Losco e Pelizza. La prima per chiedere ancora una volta che si riconfermasse, nonostante due pronunciamenti della Cassazione, l’accusa di terrorismo, mentre la difesa ha smontato pezzo su pezzo i vari passaggi presentati.
“Andrò in pensione dopo questo processo….. solo qui in Italia, al cantiere, da anni occorre mantenere la militarizzazione, in Francia le Forze dell’Ordine nei cantieri dell’alta velocità non ci sono….. non ci sono bombe democratiche, qui si deve guardare ai principi democratici..” – così alcuni passaggi dell’avv. Maddalena.
“Un domani tutto quanto può essere ritenuto scomodo può essere chiamato terrorismo: mi spaventa… la Procura si è un po’ arrabattata negli anni per cercare quali fossero i danni gravi, ma senza risultati… la militarizzazione c’è, ma non per i fatti avvenuti nel maggio del 2013, ma perché c’è un movimento popolare che opera da vent’anni…” così ha proseguito la Difesa con l’avvocato Novaro, mentre l’avvocato Losco ha puntualizzato come le persone presenti nell’area interessata la notte in questione fossero in numero ben inferiore e ben lontane da qualsiasi possibilità di essere interessate da incidenti. L’ultima battuta è stata dell’avvocato Pelizza: “… Ho la sensazione che il PM abbia un continuo legame con gli anni ’60…”.
Alle dodici e trenta la Giuria si è quindi chiusa in Camera di consiglio, dando appuntamento per la sentenza intorno alle quindici.
E la sentenza è arrivata, poco prima delle sedici: confermata la sentenza di 1° grado per i quattro imputati, tre anni e sei mesi, con restituzione degli effetti personali tenuti fino ad oggi sotto sequestro. No all’accusa di attentato con finalità di terrorismo. Annullata dunque la richiesta della Procura, sia per quanto concerne l’accusa di terrorismo che per l’aumento della pena a nove anni e sei mesi.
Soddisfazione da parte degli imputati, dei loro difensori, dei famigliari e dei tanti amici intervenuti. Nei prossimi giorni verranno valutati quali sono ancora i tempi da trascorrere ai domiciliari, ma dovrebbero essere solo più alcuni mesi.
Malinconico invece l’addio dell’avvocato Maddalena, oggi un poco più solo in tanta gioiosa amicizia.
“Un domani tutto quanto può essere ritenuto scomodo può essere chiamato terrorismo: mi spaventa… la Procura si è un po’ arrabattata negli anni per cercare quali fossero i danni gravi, ma senza risultati… la militarizzazione c’è, ma non per i fatti avvenuti nel maggio del 2013, ma perché c’è un movimento popolare che opera da vent’anni…” così ha proseguito la Difesa con l’avvocato Novaro, mentre l’avvocato Losco ha puntualizzato come le persone presenti nell’area interessata la notte in questione fossero in numero ben inferiore e ben lontane da qualsiasi possibilità di essere interessate da incidenti. L’ultima battuta è stata dell’avvocato Pelizza: “… Ho la sensazione che il PM abbia un continuo legame con gli anni ’60…”.
Alle dodici e trenta la Giuria si è quindi chiusa in Camera di consiglio, dando appuntamento per la sentenza intorno alle quindici.
E la sentenza è arrivata, poco prima delle sedici: confermata la sentenza di 1° grado per i quattro imputati, tre anni e sei mesi, con restituzione degli effetti personali tenuti fino ad oggi sotto sequestro. No all’accusa di attentato con finalità di terrorismo. Annullata dunque la richiesta della Procura, sia per quanto concerne l’accusa di terrorismo che per l’aumento della pena a nove anni e sei mesi.
Soddisfazione da parte degli imputati, dei loro difensori, dei famigliari e dei tanti amici intervenuti. Nei prossimi giorni verranno valutati quali sono ancora i tempi da trascorrere ai domiciliari, ma dovrebbero essere solo più alcuni mesi.
Malinconico invece l’addio dell’avvocato Maddalena, oggi un poco più solo in tanta gioiosa amicizia.
G.T. (21-12-15)