Comunicato CUB Piemonte su licenziamento al carcere di Torino

Contro questa evidente porcheria con la quale un funzionario pubblico si arroga il potere di un signorotto feudale, è necessaria la stessa mobilitazione dell'opinione pubblica che ha portato alla vittoria delle ragioni del movimento No Tav e, più in generale, della libertà di espressione in occasione del processo ad Erri De Luca.

CUB Piemonte
Il Coordinatore Regionale
Stefano Capello

Il direttore del carcere delle Vallette ha, di fatto, licenziato un’educatrice che lavorava presso lo stesso carcere. Angela Giordano, educatrice coinvolta in un progetto di recupero dei tossicodipendenti incarcerati si è vista negare la possibilità di entrare all’interno della prigione per svolgere il proprio lavoro. Questo divieto ne ha determinato il licenziamento da parte della cooperativa che gestisce il progetto.
Quale la sua colpa? Essere No Tav e dimostrarlo indossando una maglietta prodotta dal movimento.
Siamo di fronte a un gesto di straordinaria gravità; d’altra parte in un paese dove uno scrittore può essere processato per avere espresso la sua opinione in un’intervista, non stupisce che una lavoratrice che, ovviamente, non gode della stessa notorietà possa essere colpita persino con maggiore rapidità e brutalità.
Contro questa evidente porcheria con la quale un funzionario pubblico si arroga il potere di un signorotto feudale, è necessaria la stessa mobilitazione dell’opinione pubblica che ha portato alla vittoria delle ragioni del movimento No Tav e, più in generale, della libertà di espressione in occasione del processo ad Erri De Luca.
La CUB Piemonte condanna con forza il comportamento del direttore del carcere, denuncia l’arroganza di una lobby di potere che non tollera alcuna opposizione al proprio operato e si impegna a sostenere concretamente il buon diritto di Angela a riottenere il proprio posto di lavoro.