Comuniato stampa – Anpi Biella

Alla serata hanno partecipato almeno un centinaio di persone; dopo la visione del film si è aperto un dibattito articolato e profondo, in un clima di dialogo costruttivo anche tra posizione divergenti

In questi giorni è partita una violentissima campagna mediatica di denigrazione dell’Anpi e in particolare della nostra sezione, Valle Elvo e Serra. A dare il via una lettera diffusa via web da un rappresentante di una associazione filoisraeliana, il quale invitava la Provincia di Biella a revocare la concessione di un’aula dell’IIS Q. Sella di Biella nella quale avrebbe dovuto svolgersi il 10 marzo, ieri, la proiezione del documentario della blogger Samantha Comizzoli dal titolo “israele IL CANCRO”, organizzata dalla Sezione e dall’associazione Biellesi per la Palestina libera.

Il Presidente della Provincia, con un atto di imperio e motivazioni banali e pretestuose, ha immediatamente revocato la disponibilità dell’aula. Contemporaneamente la pagina Facebook della Sezione Valle Elvo è stata invasa da decine di
commenti offensivi, insultanti, denigratori, calunniosi provenienti da tutto il territorio nazionale; è quindi chiaro che la notizia della proiezione del film è stata ad arte veicolata al fine di provocare una ondata di sdegno.

Si è mossa anche l’UCEI che per opera della presidente Noemi di Segni, ha scritto al presidente nazionale dell’Anpi, deplorando il carattere antisemita e antisionista dell’iniziativa – definita aberrante e portatrice di odio. Il Presidente Smuraglia ha immediatamente rassicurato la sua interlocutrice, sconfessando l’operato della sezione Valle Elvo e Serra, imponendole di recedere dal sostegno all’iniziativa e impedendole l’uso del logo dell’associazione.

E’ seguito un violento attacco mediatico portato da quasi tutti i quotidiani nazionali (Corriere, Repubblica, Foglio, Giornale, ecc.). Riteniamo che la scelta di proiettare il documentario non sia stata affatto in contrasto con i principi dell’Anpi; quei principi di convivenza pacifica, per l’eliminazione di ogni violenza, sono da noi assolutamente condivisi e il nostro operato è rispettoso di essi.

Il punto centrale è che il film (rectius il documentario) non ha oggettivamente nessun elemento che lo possa assimilare a uno strumento di offesa allo Stato di Israele o addirittura di vilipendio degli ebrei. Non è un film antisemita – insulto che ci offende profondamente – non è un film che veicola odio. E’ un documento. Immagini girate in presa diretta in Palestina da una persona coraggiosa – figlia di partigiani – in un contesto di guerra, immagini crude, tragiche e nello stesso tempo commoventi, la rappresentazione della sofferenza di un popolo sotto l’occupazione della quinta potenza militare del pianeta, attraverso la documentazione del quotidiano.

Quel che è emerso dalla visione del film e che l’autrice ha sottolineato, è la condanna di tutte le forme di oppressione e di tutti gli oppressori, non solo degli occupanti israeliani. La Sezione Valle Elvo e Serra ha quindi cercato di offrire attraverso la visione di immagini reali e non mediate, uno strumento di conoscenza e di riflessione. Questo dovrebbe sgomberare il campo da tutte le distorsioni, le bugie, le offese, le denigrazioni, gli insulti, le calunnie, che in questi ultimi giorni sono piovute da più parti sulla nostra sezione.

Siamo convinti – è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere – che l’unica campagna di odio è quella che è stata orchestrata ai nostri danni da parte delle associazioni filoisraeliane che intervengono, puntualmente, ogni qual volta sul territorio nazionale vengono intraprese iniziative che pongono in risalto la sofferenza e la lotta del popolo palestinese. E’ quello che è successo, molto semplicemente. Alla serata hanno partecipato almeno un centinaio di persone; dopo la visione del film si è aperto un dibattito articolato e profondo, in un clima di dialogo costruttivo anche tra posizione divergenti.

Anpi Sezione Valle Elvo e Serra “Pietro Secchia”