
di Valsusa Report
Un atto politico vero e proprio, si legge nella delibera: “Il Consiglio Comunale chiede al Governo di mettere in campo le risorse necessarie ad avviare l’unica grande opera di cui l’Italia ha una necessaria e improcrastinabile esigenza: la messa in sicurezza del suo fragile territorio. Opera che avrebbe ricadute occupazionali enormemente superiori a quelle prodotte dalle Grandi Opere, creando posti di lavoro diffusi e riducendo le spese di cui lo Stato e i cittadini si devono far carico dopo ogni disastro ambientale”.

Il Gruppo Consigliare “Insieme Chiomonte”, l’unica opposizione al Tav nel paese, propone al nuovo Sindaco Silvano Ollivier “un appello dalla Valle di Susa a tutti i Comuni Italiani – Salviamo il Territorio”. “Suona come una provocazione nel paese che ha dato vita al cantiere geognostico della Maddalena propedeutico per la Linea Tav”, ci dice il consigliere Joannas, “in linea con gli altri gruppi consigliari della valle, abbiamo fatto ufficiale richiesta nell’ordine del giorno di febbraio, lo stupore dopo la votazione espressa in forma palese per alzata di mano, la delibera è passata”.

Chiomonte quindi diventa No Tav?, dal lontano febbraio 2015, l’iter di approvazione, passati i tempi tecnici è diventata ufficiale, il comune di Chiomonte chiede insieme agli altri comuni della Valle di Susa che altri comuni d’Italia si alleino nella delibera che esprime al Governo Renzi la richiesta di destinazione dei soldi pubblici altrove e non nelle Grandi Opere.

Nei seguenti punti la richiesta del comune al Governo Renzi, in cui si legge di destinare:
- i 2,9 miliardi previsti per il TAV Torino-Lione per la messa in sicurezza delle scuole,
- 20 miliardi per il dissesto idrogeologico in modo da evitare centinaia di milioni di euro di danni e, soprattutto, vittime tra la popolazione adeguate risorse per impedire da un lato la chiusura degli ospedali delle zone territoriali più svantaggiate e dall’altro per migliorare i servizi sociali e sanitari alla popolazione ed in particolare agli anziani, ai portatori di handicap,ecc.
- risorse per la giustizia, per processi rapidi e sicuri che incentivano maggiori investimenti dall’estero, oggi frenati dalla lentezza dei contenziosi,
- fondi per l’Università, per la ricerca e per la formazione,
- uomini e mezzi per la lotta all’evasione fiscale, ammodernando le banche dati e gli incroci dei data base per individuare gli evasori,
- risorse per la manutenzione e il potenziamento dei 5000 km di ferrovie per i pendolari (che rappresentano il 90% degli utilizzatori dei treni) mentre negli ultimi decenni alle linee tradizionali sono stati dedicati il 10% degli investimenti complessivi.
Un altro intoppo per la compaggine pro tav espressa in ogni livello anche politico, dopo i tagli delle compensazioni i comuni prima favorevoli iniziano a cambiare direzione?, la delibera qui per la lettura.
V.R. 26-8-15