
“Nelle notti di presidio al Vernetto di Chianocco a seguito del terribile incidente occorso a Luca Abbà, cominciammo a porci l’interrogativo se non fosse possibile percorrere, inventarci anche altri modi e percorsi alla nostra lotta senza tuttavia l’intenzione di rinnegare ciò che fino allora e dopo fu fatto da tutti noi.
E’ difficile ricordare un momento storico così buio. E così graniticamente mono colore. L’economia così come ce l’hanno fatta conoscere è sempre più agonizzante. Le industrie che ancora sopravvivono sono costrette a ridurre oltre agli stipendi dei propri dipendenti, oggi persino i prezzi dei prodotti, riducendo il margine del profitto dei padroni, chiamando il fenomeno “deflazione”.
E i giullari messi a far finta di governare s’inventano ridicoli “rimedi” a base di offensive elemosine di 80 euri e nemmeno per tutti, ed è di questi giorni la notizia di un progetto per creare posticini da 450 euri al mese, che saranno un’ottima escamotage legale per sfruttare ancor di più i pochi che lavorano mentre nel contempo cercano di distruggere una delle migliori e moderne costituzioni.
Tutto ciò mentre siamo ancora per il momento nella stessa europa di nazioni come belgio o germania che sostengono il loro stato sociale interno con redditi sociali per tutti i loro cittadini tra gli 800 e i 1600 euro al mese e mentre gli stati uniti sempre presi a modello solo quando conviene, stanno discutendo se aumentare gli stipendi di tutti i dipendenti statali del 30%, perché in modo banale obama ha capito che se le persone non hanno soldi veri nessuno può spendere per rimettere in moto un modello economico che sta morendo.
Ecco che allora in parti del mondo apparentemente distanti migliaia e migliaia di persone stanno morendo sacrificandosi sull’altare degli interessi dei soliti pochi criminali globali, che come soluzione alla “loro” crisi sanno solo escogitare nuove guerre, nuovi conflitti, nuove divisioni tra le persone.
Nell’assordante silenzio del panorama nazionale rotto solo dalle voci di Gino Strada e Alex Zanotelli noi non possiamo, non vogliamo, stare a guardare, nessuno dotato di una coscienza etica prima ancora che civile, può stare inerte.
Noi diciamo con assoluta convinzione e forza che la soluzione sta nella pace, sempre.
Sta nel rifiuto di avallare la violenza fornendo armi ai belligeranti, anche se in un’operazione patetica come quella messa in atto dal “governo” italiano.
Sta nel rifiuto di schierarsi con una delle parti in conflitti che rischiano ogni giorno di trasformarsi da “regionali” a continentali.
Perché l’unica parte giusta è SEMPRE quella della pace, perché come diceva lo storico documento del Consiglio di Fabbrica delle Officine Moncenisio approvato nel 1970, “…che la pace si costruisce non meno della guerra, che bisogna operare per edificarla lavorando per il bene dei popoli e per la giustizia sociale e internazionale, rifiutando e avversando ogni forma di complicità e connivenza con i preparatori e i promotori dei conflitti armati e con il vergognoso e criminoso commercio delle armi il cui profitto puzza di sofferenza e di morte e gronda di sangue fraterno.”
Come cittadini attivi, coscienti e responsabili, orgogliosamente appartenenti alla storia e alla terra della Val di Susa e del cui storico Movimento condividiamo tutti i percorsi fin qui vissuti, sentiamo il dovere di intervenire affinché altre voci si uniscano alle nostre, uscendo dall’ignominioso silenzio calato su scelte non condivise ne mai delegate.
Riteniamo che l’unica vera “arma” sia la nonviolenza, sempre sostenuta dai valori dell’etica, della giustizia, del rispetto, del coraggio, dell’accoglienza.
Per questi motivi pensiamo che per costruire un mondo migliore sia necessario abolire tutti i confini tra le nazioni perché prima ancora che confini fisici, essi sono confini voluti di separazione, differenza e diffidenza. E che quando c’è condivisione, conoscenza e familiarità, non c’è nulla da depredare o conquistare.
Per raggiungere il nostro obiettivo siamo e saremo sempre in prima linea, nelle piazze e sulle montagne, sulle barricate concrete e virtuali con le uniche armi che conosciamo, quelle della lotta nonviolenta, fino al nostro ultimo respiro.
Chiediamo a tutte le Donne e gli Uomini di unirsi a noi per ottenere, esigere, adesso, il nostro Mondo Migliore.
27 Settembre 2014
Presidio Nonviolenza