Carabiniere, la Procura condanna per pestaggi del 3 luglio.

Il carabiniere  è stato citato a giudizio dalla Procura di Torino e risponderà di lesioni ai danni di un dimostrante. Il processo si terrà nel 2015. Forse perchè la vicenda non interferisca con il processo in corso ai 53 No Tav per i fatti di quei giorni.

di Fabrizio Salmoni

Era il 27 marzo 2012 quando il movimento No Tav, in una conferenza stampa tenuta al centro Studi Sereno Regis di Torino, presentò un video e un dossier in merito alla brutalità delle forze dell’ordine nella giornata del 3 luglio.

Tutta la documentazione era nella piena disponibilità della Procura della Repubblica di Torino già dai giorni immediatamente successivi ai fatti e risulta addirittura che essa sia stata utilizzata dalla Procura medesima a carico dei manifestanti nell’ambito dell’indagine che ha condotto agli arresti (con detenzione in carcere e/o domiciliare, nonché ad altre restrizioni della libertà personale) del 26.1.2012 ed all’attuale processo in aula bunker.

Il Movimento aveva  poi racchiuso il tutto in un video, qui denominato Operazione Hunter.

cc1Quel giorno, centinaia di manifestanti provenienti dal bosco sovrastante la Maddalena impegnarono le forze dell’ordine in scontri che andarono avanti per tutto il pomeriggio. Alcuni furoni catturati subito nella tarda mattina ed è allora che i militari li trascinarono dentro le recinzioni in una zona controllata dalle Ff.Oo colpendoli ripetutamente con calci, manganellate e, come risulta dalle immagini, anche con bastoni ricavati dai rami di alberi della zona. Un quasi linciaggio di gruppo di cui si è voluto identificare un solo militare.

La Procura si giustifica dicendo che quegli appartenenti alle FF.OO. non sono identificabili e che le vittime non si siano presentate in Procura dopo aver sporto querela (chissà come mai…): cosi dicendo, la Procura fa torto alle sue estese capacità di indagine perchè diversi dei colpevoli sono identificabili per avere il volto scoperto, altri da aspetti somatici, reparto di appartenenza, qualifica professionale, armamento in dotazione, e da tatuaggi. Infatti a tradire il carabiniere che si vede in mimetica è stato un vistoso tatuaggio sul braccio che spunta dalla divisa. L’unico identificato con certezza – dice la Procura –  andrà a giudizio e risponderà di lesioni ai danni di un dimostrante. A distanza di anni, infatti il processo si terrà nel 2015. Il militare fino ad allora resterà in servizio, magari sugli stessi luoghi, e probabilmente non subirà nessuna restrizione della libertà.

E’ significativo che si sia preso in considerazione un solo fatto quando quel giorno furono quattro i dimostranti percossi e seviziati nella zona di sicurezza allestita dalle Forze dell’Ordine. Di uno di loro fu addirittura diffusa dal Tg3  la testimonianza già la sera stessa dal Cto.

Ci aspettiamo che l’inchiesta su quei fatti non venga chiusa per salvare gli altri militari, Ps, GdF eb1web carabinieri, e i loro dirigenti colpevoli di quelle violenze e sia fatta giustizia anche per altri episodi di repressione violenta della lunga opposizione alla Linea Torino-Lione. Ne mancano ancora tanti, su tutti le violenze su Simone e Marinella a Coldimosso nel 2010, Li il responsabile era quello Spartaco Mortola poi condannato per i fatti della Diaz di Genova ma in quel caso il problema è la difficoltà a riconoscerli perchè tutto si svolse di notte nei boschi – diranno dal Movimento No Tav.

Oggi il Movimento 5 Stelle ha presentato in Senato un ddl per identificare gli elementi delle forze dell’ordine durante i servizi di ordine pubblico, tramite l’adozione di un codice identificativo. Il primo firmatario è Marco Scibona, al quale si sono associati trentuno colleghi del gruppo.  (F.S. 28.2.14)